Patto di convivenza con chi viaggia piano

Gli stalli per le biciclette sono arrivati dopo il lungo lavoro di “ricerca sponsor” e “aspetta permessi” e altri ancora ne verranno incardinati in varie zone della città ma il Comune più che assecondare vuole spingere a comportamenti alternativi rispetto al traffico delle macchine. Per esempio sta già cercando nuove zone di città in cui imporre la velocità “30 chilometri”, l’unica che può garantire al ciclista maggiori probabilità di non finire schiacciato come una sardina. In una città peraltro che diventa in salita dietro ogni angolo di strada, e quindi ha perimetri stretti, tutti estremamente urbani, per chi della bici fa un mezzo di trasporto e non di sport.
«Proprio in questi giorni lo abbiamo deciso anche assieme alla Provincia - annuncia l’assessore Elena Marchigiani (foto) -, tra il 16 e il 22 settembre quando è prevista la “Giornata europea della mobilità” faremo delle iniziative per creare un “patto di convivenza” tra ciclisti, disabili e gli altri. Bisognerà fissare, e diffondere, il criterio che ci sono diritti inderogabili per tutti, anche per chi va lento. Non possiamo allargare le strade. Dobbiamo usare meno velocità e creare sedi di transito dedicate, che tutti devono rispettare». Inoltre si metteranno al lavoro gli scolari. Verranno attivati dei laboratori in cui i ragazzini con l’aiuto di insegnanti e adulti proveranno a individuare nuove zone di Trieste dove sarebbe opportuno vietare una velocità superiore ai 30 chilometri. Le mappe verranno disegnate e poi si faranno anche prove pratiche. «È un processo di costruzione continua - prosegue Marchigiani -, perché l’utenza in bicicletta è in continuo aumento, e questo ci dà una motivazione forte a non abbandonare il tema». (g. z.)
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