«Perelli Rocco un ispiratore Era lo skipper della ricerca»

Tributo della Trieste sportiva e scientifica al presidente Airc scomparso mercoledì E già si pensa a degli eventi «di riconoscenza per una persona straordinaria»



Un uomo di grandi qualità - tanto umane quanto tecniche - che è riuscito, nel corso della sua attività come presidente del Comitato regionale dell’Airc, a unire la passione per la ricerca alla capacità di guida da vero manager.

È questa l’opinione comune del mondo scientifico locale sulla figura di Guido Perelli-Rocco, venuto a mancare mercoledì dopo una lunga malattia.

Direttore per oltre 40 anni della Stock, la storica azienda triestina di liquori e distillati, e per 20 anni nel Consiglio direttivo dello Yacht Club Adriaco, Guido Perelli-Rocco ha dato a Trieste un contributo di primo piano nel mondo del lavoro, in quello dello sport e, ovviamente, in quello della ricerca scientifica.

Ed è proprio dalla sua passione per il mare che parte il ricordo di Giannino Del Sal, docente universitario del Dipartimento di Scienze della vita. «Lui, appassionato di vela, è stato lo skipper della nostra ricerca», racconta Del Sal: «Ho avuto la fortuna di conoscere Perelli-Rocco grazie al nostro impegno nella ricerca sul cancro, lui alla guida del Comitato Fvg della Fondazione Airc, io come ricercatore Airc. Una figura unica e carismatica, sempre accanto a noi ricercatori, sempre attenta agli sviluppi di ogni nuova scoperta che emergesse dal nostro lavoro. La sua passione, instancabile, si trasformava in energia e stimolo per l’attività di ricerca. La sua morte è una grande perdita ma lascia allo stesso tempo un’importante eredità: credo che l’esempio della sua dedizione e del suo entusiasmo saranno fonte di ispirazione e sostegno per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo».

Pieno di stima e riconoscenza anche il ricordo dell’oncologo Giorgio Mustacchi. «Il dottor Perelli-Rocco ha segnato un nuovo modo di occuparsi di un’entità benefica importante come l’Airc», questo il ricordo del docente universitario: «Lui ha saputo unire la razionalità dell’uomo manager alla passione di chi ha a cuore quello che fa. Trovare un uomo così è una perla rara perciò ora sarà molto difficile trovare un suo sostituto». Una scelta che, come ricorda lo stesso Mustacchi, ora competerà alla sede centrale dell’Airc di Milano: «Lui è riuscito con la sua limpidezza morale a gestire una situazione complessa, riuscendo a portare le sue competenze manageriali in un contesto dove si sono rivelate fondamentali».

Al rammarico per aver perso un grande professionista, dal punto di vista del rettore Roberto Di Lenarda, si unisce il dispiacere di aver perso una persona con la quale aveva sviluppato un rapporto che andava al di là della semplice stima professionale. «Ciò che mi ha sempre colpito di lui è stato l’entusiasmo travolgente che trasmetteva», così lo ricorda Di Lenarda: «Aveva una grande conoscenza dei temi e pure una capacità di coinvolgimento straordinaria. Infaticabile lavoratore, possedeva un’onestà intellettuale senza pari. Una figura che ha dato tanto al mondo della ricerca e che ora lascia un vuoto immenso. Il puro manager rischia di essere un mero gestore, ma il suo valore aggiunto è stato proprio quello di compensare la razionalità dell’ottimizzatore delle risorse al pathos necessario per rendersi credibile nei confronti del mondo accademico e della ricerca». Quello stesso mondo che ora dovrà trovare il modo per ricordarlo.

«Adesso aspettiamo il passaggio di consegne – spiega Di Lenarda – e una volta che sapremo chi prenderà il suo posto valuteremo cosa potremo organizzare di concreto per creare quei momenti di ricordo e riconoscenza per una straordinaria persona».—



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