Pochi radiologi al San Polo Esami solo a giorni alterni
Corto circuito, per carenza di personale, nelle sale della Radiologia. Dove nelle ultime settimane accade - per dirla in gergo medico - che «si debbano chiudere delle stanze» e dunque sospendere esami, posticipandoli anche di due settimane, con cipiglio dell’utenza. Protestano infatti i cittadini: afflitti dai propri acciacchi, più o meno gravi, necessitano dei referti e talvolta non vedono altra via che ricorrere al settore privato, sempre pronto ad accogliere a braccia aperte nuova clientela. E allora dopo la diaspora dell’automedica, ecco un’altra pesante tegola sulla sanità locale.
Ma cosa accade esattamente? Semplice: in questo momento, rispetto a uno staff che dovrebbe essere composto da otto figure professionali, stanno operando solo cinque radiologi. Tre medici in meno, dunque. In primis la figura apicale, cioè il primario, ruolo di fatto eliminato per via delle nuove prescrizioni in materia di riforma della sanità. Poi c’è il caso della radiologa che, essendo entrata in maternità a gennaio, purtroppo non è stata ancora sostituita, lasciando così l’incarico vacante da diverse settimane. Infine, c’è il “rientro a casa” di un terzo medico, ancora una volta una donna, originaria della Campania, che avendo finalmente ottenuto lì un posto in ruolo, ha chiaramente infilato lo stetoscopio in valigia e fatto fagotto. Il risultato di tutte queste situazioni è che non si riesce più a garantire lo svolgimento degli esami secondo le tempistiche di qualche anno fa.
Esempi? Il servizio della Tac, proprio per la carenza di organico, capita venga talvolta chiuso per uno o due giorni la settimana. Così gli appuntamenti slittano e al momento vi sono cinquanta utenti in attesa di referto da chiamare e ricollocare in altro appuntamento. A incidere, per la parte che invece riguarda la risonanza magnetica, sono stati i nuovi guasti occorsi ai macchinari, dopo quelli che già avevano interessato la tomografia assiale computerizzata a novembre. Ma pare che le criticità si siano tutte risolte con l’intervento di tecnici specializzati. Tornando agli esami, l’unico settore che non risente minimamente dei problemi d’organico è quello delle radiografie, con un medico operativo al mattino e al pomeriggio per la refertazione. Ma la risonanza ormai è attiva solo lunedì e mercoledì; la Tac non viene più aperta al lunedì mattina (tranne per urgenze), restando normalmente accessibile nelle altre giornate (per esami senza mezzi di contrasto, altrimenti serve il radiologo); l’ecografia lavora solo lunedì e mercoledì; la mammografia il martedì e giovedì. Da notare che queste due - “eco e mammo”, sempre per gli addetti ai lavori - fino a tre anni fa venivano garantite ogni giorno. La questione della mammografia, in particolare, è legata al fatto che c’è un solo radiologo tra i cinque attualmente in servizio a occuparsi di senologia. A sentire chi opera nelle corsie, il numero minimo di radiologi per assicurare tutti i servizi è sei, uno in più rispetto ai medici ora presenti: quindi uno per la Tac, uno per la risonanza, uno per l’ecografia, uno per la mammografia, uno per i referti del mattino e uno per coprire la fascia pomeridiana. In cinque e con ferie e malattie da coprire la Radiologia parrebbe in ginocchio.
C’è però da precisare, in questo scenario, che se ad avere bisogno di un referto è un paziente con serie disfunzioni o con sospetta patologia oncologica, dunque bisognoso di ottenere esami con una certa urgenza, questi acquisisce immediatamente priorità e non è soggetto a slittamenti o attese.
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