Politici confusi tra la folla Chi ci prova incassa fischi

Per una volta hanno vestito i panni degli attori non protagonisti e anche all’interno del corteo hanno assunto una posizione defilata. I politici locali che hanno preso parte alla manifestazione non hanno ricevuto alcun trattamento di favore, anzi. Le uniche bandiere di partito esposte al vento sono state quelle appartenenti alla galassia del Tlt, seguite numericamente dai vessilli di Fratelli d’Italia e della Destra Sociale. Pochissime le 5 stelle del Movimento. Assenti tutti gli altri simboli. Gli organizzatori sono stati chiari: «Non provate a venire qui a fare la vostra campagna elettorale - così Andrea Rodriguez -. Nessuno osi mettere il proprio cappello su questa manifestazione».
Parole che, evidentemente, non sono state recepite dall’indipendentista Giorgio Marchesich, che è stato sommerso dai fischi e dagli ululati della piazza appena ha accennato il solito refrain del «Se verrò eletto...». Via il microfono e comizio terminato per il candidato sindaco del Tlt. Il leghista Pierpaolo Roberti ha scelto di mantenere un basso profilo: «Sono qui come libero cittadino - le sue parole - senza bandiere di partito. Qua la politica non c’entra, qua ci sono solo cittadini che chiedono a gran voce di poter vivere in una città più pulita». Paolo Menis ha ribadito la scala dei valori alla quale guarda il Movimento 5 Stelle: «Il diritto alla salute viene prima del diritto al lavoro - ha sottolineato il consigliere comunale, non lontano da Paola Sabrina Sabia, l’altro aspirante pentastellato al ruolo di primo cittadino -. Cosolini ha tracciato una strada ma poteva e doveva fare di più, mentre Dipiazza ha governato per dieci anni senza risolvere il problema». Paolo Rovis e Lucrezia Chermaz, per Trieste Popolare, chiedono invece «il rispetto degli impegni presi, a distanza di un mese da quella che era indicata come la data entro la quale conoscere le reali dimensioni dell’inquinamento».
Il deputato del Gruppo misto Aris Prodani parla invece di «chiara volontà politica finalizzata a lasciare le cose come stanno, quando servirebbe una seria riconversione dell’intera area industriale». Fabio Scoccimarro (Fratelli d’Italia) lancia una frecciata a Roberto Dipiazza: «Se non sottoscrive un impegno sulla Ferriera salta qualsiasi ipotesi di accordo». Mentre Luca Chiavegatti, candidato sindaco della Destra Sociale, dopo essersi smarcato definitivamente da “Dipi”, chiede «che i dipendenti della Ferriera vengano occupati nelle lunghe e complesse operazioni di bonifica dell’intera area». (lu.sa.)
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