Poliziotto cestinava multe per denaro

Condannato dalla giustizia croata per aver intascato mazzette e per abuso di potere si difende: «Colpa della crisi. I mutui mi stanno stritolando»

FIUME. «Ho sbagliato, lo ammetto. Ma voglio rilevare che sono poliziotto dal 1990 e ho sempre lavorato nel pieno rispetto delle leggi, con la coscienza pulita. Purtroppo la crisi economica che sta soffocando la Croazia è stata per me un duro colpo. Sono padre di tre bambini e mia moglie è disoccupata. Per far andare avanti la mia famiglia, ho dovuto accendere diversi mutui che mi hanno purtroppo stritolato. È stato per questo motivo che ho compiuto atti illegali, di cui mi pento e chiedo scusa». Sono le frasi pronunciate da Dražen Ritec, 45 anni, agente della Polstrada di Fiume e residente a San Cosimo, prima della sentenza di condanna nei suoi confronti, emessa dalla corte del Tribunale regionale fiumano.

Il poliziotto è stato condannato a un anno di carcere per avere intascato mazzette e per abuso di potere. Inoltre dovrà restituire 400 kune (52,8 euro) intascate abusivamente, mentre la corte presieduta dalla giudice Ika Šari› ha deciso di sequestrargli 15mila e 500 kune (2045 euro) e 1190 euro, rinvenuti nel suo armadietto all’interno del commissariato di polizia.

Secondo la corte, si tratterebbe di denaro derivante da illeciti e dunque da versare nel bilancio della Repubblica di Croazia. Non è tutto perché all’agente di 45 anni è stata anche tolta la divisa: non potrà infatti lavorare nel corpo di polizia per un periodo di dieci anni. I due reati per cui è stato riconosciuto colpevole, sono stati perpetrati nel mese di novembre dell’anno scorso. Il 7 novembre Ritec aveva saputo che i suoi colleghi stavano cercando un tassista sospettato di essere ubriaco al volante. Appreso che si trattava di un suo conoscente, il poliziotto lo aveva contattato con il cellulare, dicendogli che quel giorno doveva sparire fino a quando non avrebbe smaltito la sbronza.

Tre giorni dopo, invece, Ritec stava controllando il traffico in località Saršoni, a monte di Fiume. Nel fermare un’Audi 80, si era accorto che il conducente non aveva sostenuto l’esame di guida. Gli aveva detto che si trattava di un’infrazione grave, tale da comportare una multa di 5mila kune (660 euro), in pratica un salario medio in Croazia. Ma poi si era avvicinato all’automobilista, dicendogli che non lo avrebbe denunciato in cambio di 400 kune.

Il conducente sprovvisto di patente aveva accettato. Ma il fatto non era passato inosservato, con la successiva consegna del denaro ripresa segretamente da una videocamera, in funzione nel locale dove era stato “consumato l’affare”. Schiacciato da prove inconfutabili, l’agente ha ammesso quanto addebitatogli, cercando almeno di salvare il gruzzolo rinvenuto dagli investigatori nel suo armadietto e dicendo che era frutto della vendita della sua auto, danneggiata in un incidente. Non è stato creduto.

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