Porto vecchio di Trieste, doppio dossier al governo

TRIESTE Il Porto vecchio non è più solo un libro dei sogni, ma un doppio dossier sul tavolo del governo. Due documenti tecnici accompagnati dalla bozza di un protocollo d’intesa per la richiesta di investimenti statali, pari a 18 milioni di euro, per partire con la riqualificazione dell’area. E che chiamano in causa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti. L’uomo forte del premier Matteo Renzi, segretario del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, sta preparando una sopralluogo a Trieste. «Sul Porto Vecchio c’è piena disponibilità e io verrò presto», assicura.
L’inedito passo avanti, dopo la sdemanializzazione (il passaggio di proprietà dallo Stato al Comune, grazie all’emendamento del senatore Pd Francesco Russo) e lo spostamento del Punto franco, è andato in scena in questi giorni su spinta di Roberto Cosolini. Il sindaco ha incontrato il sottosegretario giovedì scorso a Roma, assieme al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. È in quella sede che il discorso si è fatto «concreto», rivela Cosolini, per il futuro di quell’enorme area abbandonata. «È accaduto questo - spiega il primo cittadino -: ho raccontato a Lotti cosa succede a Trieste, quali sono le cose che dobbiamo fare e che ci stanno a cuore. Lui mi ha chiesto di mandargli un dossier con delle schede-progetto da sottoporre al Consiglio dei ministri per un eventuale sostegno finanziario».
Forse è la prima volta che al governo, in tempi moderni, sentono parlare davvero di Porto vecchio come una realtà non astratta, ma che necessita di un’intesa politica e di soldi. Il sindaco non ha perso tempo e ha messo al lavoro gli uffici per confezionare i due malloppi, inviati ieri. Che hanno un nome: “PV1” e “PV2”, Porto vecchio 1 e Porto vecchio 2. Il faldone 1 contiene uno stralcio per fornire l’area compresa tra Molo Quarto e Terzo, più prossima alla città, di infrastrutture: allacciamenti alle reti idriche, elettriche e gas, in sostanza. Sono 100mila metri quadrati. Per questa finalità il sindaco ha domandato 10 milioni di euro. PV2 ha invece un indirizzo più specifico, su cui si è già parlato in più di un’occasione: la realizzazione del Museo del Mare in una parte del Magazzino 26.
Cosolini ha mandato a Lotti, così come a Franceschini, una documentazione storico-culturale sul rapporto della città con la marineria e che riassume tutto il patrimonio esistente a Trieste, disseminato in vari istituti, società e collezioni. Questo dossier, in particolare, rappresenta un primo studio di fattibilità per i possibili interventi architettonici e di allestimento. «La stima fatta, confrontando il progetto con importanti esempi che esistono ad Anversa, Amsterdam e Genova - osserva il sindaco - cioè musei del mare con dimensioni tra i 6 e gli 8mila metri quadrati, raggiunge un costo di 8 milioni di euro». La somma dei due “PV”, fa 18 milioni. «Sono due dossier che contengono due interventi finanziabili - puntualizza il primo cittadino - e che ora il governo ha sul tavolo». Sul tavolo del sottosegretario Lotti, per poi passare al Consiglio dei ministri. «Il sindaco me ne aveva parlato a voce e ora mi ha consegnato il materiale», commenta l’esponente del governo. «Stiamo iniziando ad analizzare la documentazione - continua - da parte del governo c’è piena disponibilità. Siamo pronti a valutare le opportunità di sviluppo e io sarò personalmente a Trieste per visitare Porto vecchio».
In fase di esame, conferma il sindaco, anche un protocollo d’intesa Governo-Regione-Comune, abbozzato insieme alla presidente Debora Serracchiani, per attivare gli investimenti sollecitati. «Tra la sdemanializzazione, lo spostamento del Punto franco e la scelta dell’advisor - rileva Cosolini - non siamo mai stati fermi. Tre anni fa avevo promosso la marcia per l’apertura, ora si continua a lavorare a questa sfida, giocando in squadra».
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