Pradella: «Rispettare la storia della soffitta di Michelstaedter»

«La proprietà di Palazzo Paternolli, tramite il suo amministratore, è informata su chi siamo, cosa proponiamo e come ci muoviamo, e fin qui intende sostenere la nostra chiamata a difendere il patrimonio culturale rappresentato dalla presenza nell'edificio della soffitta di Carlo Michelstaedter». A stretto giro di posta Chiara Pradella, promotrice della salvaguardia dell'edificio nel nome del filosofo, si fa sentire, dopo aver letto l'intervento dell'avvocato Carlo Del Torre, presidente dell'Associazione proprietà edilizia di Gorizia-Confedilizia. «Da quanto letto ritengo che l'avvocato Del Torre disponga di informazioni inesatte, sulla base delle quali ha espresso opinioni che rispecchiano certamente i timori derivanti dal suo ruolo di presidente dell'associazione dei proprietari di immobili».
Senza volere dare la stura a una sterile e inutile polemica, Pradella mette in evidenza alcuni punti, dichiarandosi disponibile ai chiarimenti del caso in merito alle verifiche sullo stato dell'immobile che ospita la soffitta e sulle concrete possibilità di trasformarlo in un luogo di incontro e confronto. «Attualmente l'immobile non è in mano a un solo proprietario, ma a una società che ha dato il consenso a visitarlo e ha fornito le risposte alle nostre domande. Si sono infatti resi conto come qui non sia in gioco un nostro capriccio, ma il desiderio condiviso dalla Biblioteca statale isontina, Fondazione Carigo, Amici di Israele, Comune e Provincia, di salvaguardare la cultura e lo sviluppo della città». Il cartello “vendesi” era esposto già da tempo, evidenzia Pradella, e nessuno, ne ha colto le possibili ripercussioni. Nella nota redatta dalla studiosa viene fatto notare che la proposta di petizione per salvare la soffitta di Michelstaedter ha messo in moto un vasto movimento di opinione attraverso la rete che non può essere ignorato. «Stiamo chiedendo in modo palese e mettendoci in gioco ai goriziani, ai proprietari, a tutti coloro che hanno a cuore le nostre radici, che cosa pensano sia giusto fare di questo patrimonio. Chiediamo che cosa sarebbe più opportuno realizzare, al fine di unire la possibilità di un recupero storico dello stabile, finalizzato alla realizzazione anche di un luogo per la città, a una sua messa a reddito.
La dottoressa Pradella, nel voler conservare e rilanciare il luogo non esclude la presenza di esercizi commerciali. «La presenza di negozi e uffici sarà lo strumento per rendere sostenibile il progetto, ma riteniamo debbano essere consoni, non un banalissimo affare di mercato irriguardoso della storia dell'edificio». La studiosa conclude escludendo alcuna contrapposizione con la proprietà: «Nessuno di noi ha mai pensato di ricevere il palazzo gratuitamente, tantomeno di farlo cadere a pezzi giocando a battaglia navale con i possibili acquirenti!».
Margherita Reguitti
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