«Precari comunali, non solo asili Sono quasi 360 i posti a rischio»

Cgil, Cisl e Uil annunciano un presidio in piazza Oberdan l’11 giugno: «Situazione pazzesca da sanare Confidiamo nella Regione, dal Comune solo illusioni». Lunedì incontro con l’assessore Treu
Di Gabriella Ziani
Lasorte Trieste 05/06/14 - Via Genova, Sindacati, Conferenza Stampa
Lasorte Trieste 05/06/14 - Via Genova, Sindacati, Conferenza Stampa

«I precari comunali che rischiano di perdere il posto sono quasi 360. Ci sono 175 educatori, 35 supplenti giornalieri di media, 131 bambinaie e inservienti, 2 traduttrici in lingua slovena, 3 dirigenti, 4 assistenti sociali, 2 amministrativi e 6 farmacisti delle farmacie comunali, e per salvare questi posti di lavoro l’11 giugno saremo tutti sotto il Consiglio regionale, quando va in aula la nuova proposta di legge per sanare la pazzesca situazione».

Cgil, Cisl e Uil coi loro segretari provinciali della Funzione pubblica hanno ieri alzato la bandiera sugli effetti disastrosi della sentenza della Corte costituzionale che ha “cassato” tutte le assunzioni a tempo determinato e i lavori socialmente utili eccedenti rispetto le leggi nazionali fatte in Fvg in forza della legge regionale sul “comparto unico” dei dipendenti pubblici, che la Consulta ha appunto bocciato. I sindacati, dopo il nervoso “no” alla convocazione dell’assessore al Personale, Roberto Treu, hanno accettato un nuovo incontro, per lunedì. In una lettera Treu ha spiegato che non erano stati “bypassati”, ma chiamati subito dopo la riunione del Consiglio delle autonomie «per una riflessione su una situazione assai complessa e preoccupante, per trovare una soluzione concreta a questa incresciosa situazione».

«Combatteremo fino all’ultimo - ha detto Rossana Giacaz della Cgil ricordando assieme a Luca Tracanelli della Uil che quella legge regionale “comunque ha procurato risparmi e non dissesto” -, e diamo molto credito all’assessore regionale Paolo Panontin, e al suo preannuncio di un dispositivo ad hoc per la situazione triestina, più grave perché qui sono più ampi i servizi scolastici in carico al Comune».

«L’ultima stabilizzazione dei precari - ha affermato Walter Giani della Cisl - è del 2008-2009 col governo Prodi, adesso ci erano state proposte 200-250 assunzioni con concorso. Come sulla questione delle maestre nei centri estivi il Comune mostra sempre tanta sicurezza, e poi è tutta una illusione». «Tagliare le gambe a gente laureata, che ha esperienza nell’educazione, ha passato concorsi, selezioni e verifiche è inaccettabile» ha aggiunto Tracanelli. Per tutti i sindacati, «cassata una legge se ne può fare un’altra, non vogliamo che il caso triestino sia così “speciale” da venire letto come impossibile». Allegato, un commento sulla qualità del legiferare della Giunta Tondo, «une legge bocciata ogni tre». Cosa che per altro verso rileva Treu: «I sindacati ci richiamano al fatto che Governo, Regione e Comune son tutti del Pd? Rilevo che la legge sul “comparto unico” fu fatta da Tondo e bocciata da Berlusconi. A proposito di allineamenti di Forza Italia».

Ma all’incontro c’erano anche delle collaboratrici d’infanzia, le “bambinaie” del Comune. Una precaria da 14 anni, e l’altra da ben 20. «Perché si accetta un precariato così lungo? Perché è così raro trovare un lavoro che piace - hanno detto -, abbiamo sopportato di essere sfruttate, prese e mollate, il precariato ha mandato avanti le scuole, e ci butterebbero via come scarpe vecchie. Già le assunzioni a termine adesso si fanno secondo Isee e non secondo anzianità. Noi, che un lavoro anche se precario lo abbiamo, restiamo in fondo alla lista, ci precede chi non ha alcuna esperienza. Ma io - ha detto la “bambinaia” - ho tre figli, il mutuo, le rate della macchina...».

Dietro l’angolo, come da avvertimenti del sindaco, la soluzione di riserva. Dare un terzo di nidi, materne, ricreatori e doposcuola alle cooperative. «Noi vogliamo le assunzioni - conclude Treu -, ma se il caso non si risolve entro il 30 agosto devo avere un’idea di salvagente...». Panontin ha già messo le mani avanti: «Cammino su una lama di rasoio. Molto difficile farci approvare dal governo una legge che aggiri le norme nazionali e la sentenza della Consulta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo