Presot: «Attacco indegno ai vertici del Pd»

RONCHI DEI LEGIONARI. «Sono nervosi, hanno paura e perdono la testa». Liquida così l’ex sindaco di Staranzano, oggi rappresentante regionale degli enti locali per il Partito democratico, l’affondo espresso qualche giorno fa da esponenti dem di spicco a Ronchi in merito alle politiche sul futuro del territorio portate avanti dalla segreteria monfalconese. Lorenzo Presot definisce infatti «sconcertanti» le affermazioni del primo cittadino Roberto Fontanot, «questa volta affiancato dai fidi scudieri Miniussi e Pisapia», e «indegno» l’attacco «rivolto al circolo». Parole «frutto del nervosismo e della paura di chi, dimostratosi incapace di affrontare i nodi e le problematiche di una città importante come Ronchi, vede il proprio destino politico compromesso dall’onda montante dei favorevoli alla fusione».
Al contrario Presot ritiene il documento uscito all’unanimità dall’assemblea condotta alla presenza dei vertici regionali di partito (Antonella Grim) e provinciali (Marco Rossi), «di grande apertura», in quanto «finalmente si mettono da parte gli slogan per proporre un vero patto politico tra le tre comunità per costruire assieme, e con pari dignità, il progetto della nuova città». Atto invece «vilipeso con toni dal vago sapore leghista, evidente sintomo di mancanza di argomenti». Sempre stando al fusionista Presot, che ha inviato corposa nota di replica ai tre dem ronchesi espressisi per il “no”, esiste inoltre un’aperta contraddizione nelle tesi avanzate: «Lo stesso sindaco che ha chiesto ripetutamente le dimissioni di Serracchiani e Panontin, demolendo la riforma che ha introdotto le Uti come inutile e antidemocratica, oggi se ne fa paladino indicandola come principale motivo di avversione alla fusione». «Fortunatamente - prosegue l’ex sindaco di Staranzano - quello che sembrava un fronte compatto sulle barricate dell’isolamento di Ronchi si sta pian piano sgretolando, facendo emergere le voci dissonanti di tanti dirigenti, elettori e cittadini vicini al Pd che, prima con le tantissime firme raccolte e ora col sostegno alla campagna referendaria per il “sì”, portano allo scoperto la faccia più avanzata, aperta e lungimirante dei democratici ronchesi». Residenti che, sempre a detta di Presot, sono «stanchi di un’amministrazione immobile e incapace di affrontare e risolvere i nodi più importanti».
«Case Pater, aeroporto e polo intermodale, linee ferroviarie, viabilità e collegamenti tra i rioni, crisi del commercio e delle industrie sono tutti temi per anni richiamati nei documenti programmatici dell’amministrazione Fontanot, ma rimasti, dopo due mandati di governo, tutti irrisolti - conclude -. I cittadini, nel voto referendario di inizio estate, si porranno certamente anche queste domande e non si faranno irretire da paure e muri. Si chiederanno se lo status quo può smuovere la città dall’immobilismo o se non servirà, invece, una scossa e una nuova idea di governo».
Dal consigliere e capogruppo regionale Pd Diego Moretti arriva infine il suggerimento di «abbassare i toni: certe affermazioni che ho letto sono veramente esagerate». «Fontanot - aggiunge - ha scoperto l’acqua calda: il Pd non è mai stato unito sulla fusione, ma vi sono sempre state diversità di vedute, quindi tutte queste polemiche non hanno senso. Né il Pd ha fatto la ruota di scorta a Città Comune: alcuni democratici, davanti a un argomento di cui si è sempre parlato, si sono fatti avanti nella raccolta delle firme, in libertà di coscienza e dunque senza motivo di scandalo».
Quanto invece al tema della guerra con Gorizia, «Monfalcone non l’ha mai fatta: è vero invece che, non da oggi, il Basso Isontino accusa la necessità di doversi dimostrare più forte rispetto ai propri numeri, una debolezza che riguarda tutta l’area mandamentale e certo non solo la città dei cantieri». L’ultima stoccata invece la riserva a Pisapia: «Faccia i nomi di questi Soloni e di chi ha remato contro, perché io non li conosco. Invece di gettare fango, dica chi ha usato politicamente i cittadini di Ronchi, almeno ci aiuterebbe a capire...».
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