«Prima dell’espulsione dovrete ascoltarci»

Non indietreggiano i gradesi che appoggiano Kovatsch. Il candidato ufficiale Cicogna: «Sono fuori»
Di Antonio Boemo
Bonaventura Monfalcone-29.11.2015 Festa del ringranziamento-Fossalon-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-29.11.2015 Festa del ringranziamento-Fossalon-foto di Katia Bonaventura

GRADO. «Resto del Pd, sono consigliere provinciale ma in disaccordo con quanto ha deciso il Pd di Grado. Per questo ho deciso di creare le mie civiche». La “ribelle” Elisabetta Medeot non si tira indietro, risponde a tono premettendo che nessuno dell’assemblea provinciale dem l’ha informata ufficialmente di nulla. Medeot non ha partecipato all’incontro e pertanto dice di essere all’oscuro di quanto è accaduto. «Aspetto che arrivi qualche eventuale comunicazione ufficiale. L’unica cosa di ufficiale che ho ricevuto - spiega - è la convocazione per l'assemblea provinciale con l'ordine del giorno dove c’era scritto che si sarebbe discusso della situazione elettorale».

E sul deferimento ai probiviri suo e degli altri compagni di viaggio, che a Grado appoggiano la candidatura di Claudio Kovatsch invece di Luciano Cicogna, precisa: «Prima dell’espulsione devono ascoltarci. Un contradditorio ci deve essere e in quella sede porterò la versione che mi riguarda - sottolinea - e cioè quanto accaduto partendo dall’8 ottobre dello scorso anno...». Medeot si dice «tranquilla» e «senza nulla da nascondere» e davanti al regolamento interno che parla chiaro (chi corre contro il Pd o il candidato del Pd è automaticamente fuori dal partito) risponde: «Non corro contro Cicogna, non corro proprio contro nessuno. Ho costituito le mie civiche e corro per vincere a Grado». Medeot manda un messaggio ai vertici provinciali del Pd: «Portare in assemblea provinciale una questione così delicata in piena campagna elettorale non fa bene a nessuno».

Gli altri “ribelli”, quelli candidati nelle liste Grassie Gravo e Nuovo Inizio che sostengono il candidato sindaco Kovatsch, sono il consigliere comunale uscente del Pd, Giorgio Marin, Loris Sodomaco, Ilaria Celledoni e Antonio Orlandini. C’è inoltre Emanuele Oriti che, pur essendo un attivista dei gruppi che sostengono Kovatsch, non è schierato in alcuna lista. «Siamo sempre stati dalla parte dei cittadini contro decisioni imposte. Il Pd di Grado - dice Marin - ha invece sempre tenuto una politica di esclusione da chi la pensa diversamente». E aggiunge: «Purtroppo il Pd di Grado non si apre alla società civile e alla cittadinanza e lo dimostra il fatto che dal 2011 perde iscritti e voti. E ora si allea addirittura con protagonisti della passata giunta come Gianni Di Mercurio e Daniele Coslovich contro cui lo stesso Pd aveva combattuto in aula».

In mezzo allo scontro c’è Cicogna che, ancora una volta, insiste sulle regole interne: «Il Pd è un simbolo, una bandiera. È una ragione di essere in una comunità e gareggiare con una civica in concorrenza al simbolo ufficiale del Pd sancisce matematicamente che chi si comporta così è fuori».

@anboemo

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