Prima messa, l’abbraccio a don Giulio

Festa nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Staranzano. Ma nell’Isontino è alta la crisi delle vocazioni
Bonaventura Monfalcone-09.06.2014 Prima celebrazione di Don Giulio Boldrin-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.06.2014 Prima celebrazione di Don Giulio Boldrin-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

STARANZANO. Non ci sono più vocazioni nella provincia di Gorizia. Per almeno 6 o 7 anni, infatti, non verrà ordinato alcun sacerdote isontino. E nel Seminario iInterdiocesano Udine – Gorizia – Trieste la situazione non è altrettanto rosea. Vi figurano, infatti solo 19 seminaristi (10 udinesi e 9 triestini) di età compresa dai 20 ai 38 anni tra i quali la prima ordinazione sacerdotale avverrà fra tre o quattro anni dopo i 6 anni di studi teologici.

È questa purtroppo l’amara constatazione che si contrappone alla grande festa di domenica sera quando don Giulio Boldrin, staranzanese “doc”, ha celebrato la sua prima messa nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, affollata all’inverosimile nonostante il caldo africano.

Don Giulio era stato ordinato sacerdote il giorno prima nella basilica di Aquileia dall’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli. Prima di lui, l’ultimo staranzanese a ricevere l’ordine sacerdotale era stato 45 anni fa don Genio Biasiol, ora viceparroco.

Don Giulio è stato accolto dalla comunità con un abbraccio fraterno, sincero e con applausi spontanei. Presenti alla messa del neosacerdote la mamma molto commossa, tutti i parroci del decanato di Monfalcone con in testa il decano don Renzo Boscarol di Ronchi e anche padre Luigi Bettin, ex parroco e frate della Marcelliana ora nella diocesi di Chioggia.

La solenne cerimonia è stata guidata dal parroco di Staranzano don Francesco Fragiacomo.

«Buon cammino sacerdotale caro Giulio – ha augurato nell’omelia il parroco del Duomo don Fulvio Ostroman – un cammino dove un pastore deve portare con se due principi fondamentali: essere un portatore di Pace che si coniuga con il perdono ed esercitare la Misericordia, stare cioè sempre dalla parte dei più poveri e non dei primi». Anche don Giulio Boldrin al termine della bella liturgia ha voluto ringraziare i numerosi staranzanesi con un breve intervento oltre il cerimoniale concludendolo con un’espressione bisiaca: «Ve voio ben».

Presente per il Comune il sindaco Riccardo Marchesan. «Forse era scritto da qualche parte – ha affermato prima dell’abbraccio con don Giulio - che il neo sindaco doveva incontrarsi con un neo sacerdote staranzanese. Entrambi, ma con ruoli diversi, abbiamo il compito di essere al servizio della comunità».

Don Giulio Boldrin, in attesa di una sua destinazione da parte dell’arcivescovo Redaelli continuerà la sua opera a Gradisca. La festa poi si è prolungata nel salone delle “Stalle rosse” nell’area parrocchiale.

Ciro Vitiello

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