«Professione precaria. Da ben 27 anni»

C'è chi è precario da ben 27 anni, chi da molto meno, alcuni lavorano nei nidi, altri nelle materne o nei ricreatori, storie diverse ma accomunate tutte da due fattori, l'amore per i bambini e il desiderio di poter continuare il proprio impegno in questo settore. In attesa del sit in di protesta programmato dai sindacati per domani mattina in piazza Oberdan, sotto la sede del consiglio regionale, i precari, che rischiano il mancato rinnovo del contratto, fanno sentire la loro voce. A suon di testimonianze, che riguardano in particolare i servizi all'infanzia. «Lavoro da 5 anni nei nidi con incarichi quasi sempre annuali – racconta un'educatrice - sono psicologa e ho cominciato tardi questo lavoro per stare con i miei figli. Mi è piaciuto con il tempo sempre di più, amo stare con i bambini e pensare che tutto questo possa finire mi rattrista. Spero che le istituzioni possano trovare una soluzione».
«Sono precaria da ben 27 anni – spiega un'altra educatrice di un asilo nido – nei primi tempi con contratti semestrali, poi sempre annuali. Mi sorprende che la questione venga affrontata soltanto ora, quando è da marzo che la problematica è emersa in tutta la sua gravità. Mi auguro una stabilizzazione delle persone, ma temo che non ci sia la volontà concreta da parte delle istituzioni. Per me è un lavoro stupendo, vorrei continuare, i bambini mi danno tanto, regalano emozioni». Alcune sezioni, come raccontano alcune educatrici, sono formate completamente da precari. «Facile immaginare quanti disagi ci saranno per l'utenza in casi come questi – aggiunge un' educatrice proprio al nido, da 9 anni – sono molto delusa anche dal comportamento dei sindacati, soprattutto all' inizio della vertenza. Poca tutela e nessuna informazione chiara. Sono demoralizzata e dispiaciuta, si vanno a ridurre servizi per i bimbi che sono fondamentali per tantissime famiglie».
«Adoro il mio lavoro – sottolinea un ausiliare in un nido, precario da quattro anni – non ci sono mai stati strumenti messi in campo per una stabilizzazione della categoria. In questo momento chiediamo la verità, chiediamo risposte certe e chiare, in positivo o negativo. Il 30 giugno il mio contratto finisce, vorrei sapere quale sarà il mio destino». Ad aderire alla protesta di domani saranno non solo i lavoratori, ma anche chi usufruisce dei servizi forniti soprattutto nel settore dell'infanzia. «Nella classe dei miei figli ora ci sono tre persone assunte a tempo determinato e una supplente per l'unico tempo indeterminato che c'era, una persona andata in pensione a marzo – racconta una mamma - sono maestre deliziose, i miei figli corrono loro incontro e vista l'età è fondamentale che ci sia la continuità. Altrimenti, dopo due mesi a casa, a settembre dovrei rifare l'inserimento?
Micol Brusaferro
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