Profughi, in Fvg il 98% sono giovani uomini

Quasi assenti le donne, 326 i minori non accompagnati. Torrenti: a Trieste un nuovo hub per la prima accoglienza
Un gruppo di profughi nella nostra regione (foto di archivio)
Un gruppo di profughi nella nostra regione (foto di archivio)

TRIESTE. La quantità di richiedenti asilo presenti al momento in regione ammonta a 3.306 persone, diminuite di circa 200 grazie a una serie di trasferimenti verso altre regioni, di entità superiore ad arrivi che sono via via aumentati. Su base provinciale, le cifre sono così suddivise: 1.089 a Udine, di cui quasi 300 alla caserma Cavarzerani, 878 a Trieste, 705 a Gorizia e 634 a Pordenone.

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Debora Serracchiani

I numeri A dare le cifre è stato ieri l’assessore regionale all’Immigrazione Gianni Torrenti durante un’audizione in consiglio regionale dedicata al tema immigrazione. L’assessore evidenzia che «l’unica criticità è rappresentata dalle 402 persone ospitate presso il Cara di Gradisca: una quantità notevole rispetto alla dimensioni della comunità locale». I nuovi arrivati provengono in gran maggioranza da Pakistan e Afghanistan, paesi riconosciuti come non sicuri dall’Italia e i cui profughi sono solitamente accolti. L’assessore spiega che «l’immigrazione verso il Fvg si compone per il 98% di soli uomini, compresi fra i 15 e i 28 anni. Inutile nascondere che questa concentrazione di maschi può creare apprensione dopo i fatti tedeschi: l’unica soluzione è l’accoglienza diffusa su tutto il territorio regionale e all’interno dei singoli Comuni. I grandi centri vanno bene solo per la prima accoglienza, poi le persone vanno smistate, in modo da ridurne la concentrazione e le preoccupazioni delle comunità».

I minori I minori non accompagnati sono invece 326 nell’intero Fvg, in leggera diminuzione. Torrenti ammette «la mancanza di strutture adeguate per la loro accoglienza: stiamo perciò pensando all’apertura di 5 o 6 nuove sedi. Una di esse sorgerà a Trieste, dove un centro di formazione aspetta il via libera per fornire contemporaneamente ospitalità e istruzione professionale». L’assessore precisa che «le nuove aperture non farebbero aumentare gli arrivi, ma razionalizzerebbero l’esistente, permettendo maggiore concentrazione. Anche questione di spese, dal momento che i 45 euro al giorno per il mantenimento dei minori non accompagnati sono insufficienti, vista l’impossibilità di servirsi di strutture più ampie e sfuggire a costi che sono a livello di speculazione. Si ricordi che un minore italiano ospitato in una struttura richiede 140 euro al giorno». Una differenza colmata dalla Regione, che spende ogni anno per i minori stranieri non accompagnati circa 3 milioni.

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Il nuovo hub Regione, Comune e Prefettura stanno accelerando i tempi per la creazione di un nuovo hub per la prima accoglienza dei migranti a Trieste. Lo ha annunciato Torrenti, sottolineando «la necessità di sostituire l’attuale capannone di via Rio Primario, con una struttura delle medesime dimensioni, ma dotata di ambulatorio e centro di polizia». Il futuro dell’attuale capannone sarebbe quello di svuotarsi, «anche se si tratta di una sede ormai attrezzata e dunque utilizzabile in caso di emergenza». Torrenti mantiene riserbo sull’ubicazione di quello che diventerebbe un nuovo hub sul territorio triestino: «Posso solo dire che stiamo verificando la possibilità di sdemanializzare uffici dismessi del ministero della Difesa, che potrebbero essere messi rapidamente in funzione».

I tempi Proprio sulla velocità d’esecuzione della Regione si appuntano gli strali della leghista Barbara Zilli, secondo cui «i tempi annunciati per l’attivazione delle caserme di Udine e Pordenone non vengono rispettati: la giunta aveva indicato marzo e ora parla di maggio». Il riferimento è ai lavori presso gli altri due hub regionali, le caserme Cavarzerani e Monti, che la Protezione civile ha avviato senza bandi di gara, come avviene in caso di procedura d’emergenza. L’impegno si è finora concentrato sulla realizzazione di una tendopoli da 240 posti presso la Cavarzerani e nella riqualificazione degli impianti di una palazzina della medesima caserma.

Il secondo lotto della palazzina comincerà a giorni, mentre prenderanno avvio fra una settimana le opere presso la caserma Monti, dove troveranno ospitalità 35 persone: in entrambi i casi l’impegno di Panontin è di concludere entro maggio. Infine, cominceranno e si concluderanno a febbraio i lavori presso la casermetta di Romans di Isonzo, con una capacità di 16 posti. Oltre a fornire mezzi e lavoratori volontari, la Protezione civile anticiperà le spese, stimate per il 2016 in 1,1 milioni, che le prefetture rimborseranno a rendiconto.

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