Profughi, in Fvg il 98% sono giovani uomini

TRIESTE. La quantità di richiedenti asilo presenti al momento in regione ammonta a 3.306 persone, diminuite di circa 200 grazie a una serie di trasferimenti verso altre regioni, di entità superiore ad arrivi che sono via via aumentati. Su base provinciale, le cifre sono così suddivise: 1.089 a Udine, di cui quasi 300 alla caserma Cavarzerani, 878 a Trieste, 705 a Gorizia e 634 a Pordenone.
I numeri A dare le cifre è stato ieri l’assessore regionale all’Immigrazione Gianni Torrenti durante un’audizione in consiglio regionale dedicata al tema immigrazione. L’assessore evidenzia che «l’unica criticità è rappresentata dalle 402 persone ospitate presso il Cara di Gradisca: una quantità notevole rispetto alla dimensioni della comunità locale». I nuovi arrivati provengono in gran maggioranza da Pakistan e Afghanistan, paesi riconosciuti come non sicuri dall’Italia e i cui profughi sono solitamente accolti. L’assessore spiega che «l’immigrazione verso il Fvg si compone per il 98% di soli uomini, compresi fra i 15 e i 28 anni. Inutile nascondere che questa concentrazione di maschi può creare apprensione dopo i fatti tedeschi: l’unica soluzione è l’accoglienza diffusa su tutto il territorio regionale e all’interno dei singoli Comuni. I grandi centri vanno bene solo per la prima accoglienza, poi le persone vanno smistate, in modo da ridurne la concentrazione e le preoccupazioni delle comunità».
I minori I minori non accompagnati sono invece 326 nell’intero Fvg, in leggera diminuzione. Torrenti ammette «la mancanza di strutture adeguate per la loro accoglienza: stiamo perciò pensando all’apertura di 5 o 6 nuove sedi. Una di esse sorgerà a Trieste, dove un centro di formazione aspetta il via libera per fornire contemporaneamente ospitalità e istruzione professionale». L’assessore precisa che «le nuove aperture non farebbero aumentare gli arrivi, ma razionalizzerebbero l’esistente, permettendo maggiore concentrazione. Anche questione di spese, dal momento che i 45 euro al giorno per il mantenimento dei minori non accompagnati sono insufficienti, vista l’impossibilità di servirsi di strutture più ampie e sfuggire a costi che sono a livello di speculazione. Si ricordi che un minore italiano ospitato in una struttura richiede 140 euro al giorno». Una differenza colmata dalla Regione, che spende ogni anno per i minori stranieri non accompagnati circa 3 milioni.
Il nuovo hub Regione, Comune e Prefettura stanno accelerando i tempi per la creazione di un nuovo hub per la prima accoglienza dei migranti a Trieste. Lo ha annunciato Torrenti, sottolineando «la necessità di sostituire l’attuale capannone di via Rio Primario, con una struttura delle medesime dimensioni, ma dotata di ambulatorio e centro di polizia». Il futuro dell’attuale capannone sarebbe quello di svuotarsi, «anche se si tratta di una sede ormai attrezzata e dunque utilizzabile in caso di emergenza». Torrenti mantiene riserbo sull’ubicazione di quello che diventerebbe un nuovo hub sul territorio triestino: «Posso solo dire che stiamo verificando la possibilità di sdemanializzare uffici dismessi del ministero della Difesa, che potrebbero essere messi rapidamente in funzione».
I tempi Proprio sulla velocità d’esecuzione della Regione si appuntano gli strali della leghista Barbara Zilli, secondo cui «i tempi annunciati per l’attivazione delle caserme di Udine e Pordenone non vengono rispettati: la giunta aveva indicato marzo e ora parla di maggio». Il riferimento è ai lavori presso gli altri due hub regionali, le caserme Cavarzerani e Monti, che la Protezione civile ha avviato senza bandi di gara, come avviene in caso di procedura d’emergenza. L’impegno si è finora concentrato sulla realizzazione di una tendopoli da 240 posti presso la Cavarzerani e nella riqualificazione degli impianti di una palazzina della medesima caserma.
Il secondo lotto della palazzina comincerà a giorni, mentre prenderanno avvio fra una settimana le opere presso la caserma Monti, dove troveranno ospitalità 35 persone: in entrambi i casi l’impegno di Panontin è di concludere entro maggio. Infine, cominceranno e si concluderanno a febbraio i lavori presso la casermetta di Romans di Isonzo, con una capacità di 16 posti. Oltre a fornire mezzi e lavoratori volontari, la Protezione civile anticiperà le spese, stimate per il 2016 in 1,1 milioni, che le prefetture rimborseranno a rendiconto.
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