Quasi ventennale il suo impegno diretto in politica
L’impegno politico portò l’avvocato Ginaldi a ricoprire numerosi incarichi amministrativi. Fu consigliere comunale di Monfalcone e consigliere provinciale a Gorizia tra gli anni 1960 e 1964. Si fece su tutto promotore delle delibere necessarie all’apertura della scuola media superiore per geometri e ragionieri. «Insegnando all’Itc Enrico Fermi di Gorizia - è scritto nel suo libro autobiografico - avevo notato le centinaia di giovani che dal mandamento di Monfalcone quotidianamente si recavano a Gorizia per frequentare quell’istituto. Non era doveroso fare in modo che tutti quegli studenti avessero la scuola più vicina a casa?». Non fu facile portare avanti il progetto, dovendo affrontare non poche resistenze, provenienti soprattutto dal capoluogo che, dopo la perdita a seguito della guerra di quasi tutto il vecchio territorio provinciale, rimasto pressochè all’attuale Slovenia, «residuavano pochi ruoli, tra cui quello di essere la città degli studi per tutta la Provincia». Ginaldi ricoprì fu, inoltre, consigliere regionale per tre mandati, dal ’64 al ’78. In qualità di componente della 5.a Commissione legislativa, fu promotore di una serie di norme, tra cui, una su tutte, quella dei cartelli stradali bilingui. Si attivò anche per far approvare una legge capace di aumentare l’indice di frequenza delle superiori da parte dei giovani tra i 15 e i 19 anni. Ginaldi fu una figura definita “scomoda”, in “rotta di collisione” con i clientelarismi e i nepotismi della politica. Significativa fu, ad esempio, un’amara esperienza in occasione delle elezioni comunali del 1960. Risultò primo eletto nelle file della Dc. Si mise in mezzo il parroco. Tanto che al «nominando sindaco» fu prospettata la condizione di «dover godere di una perfetta integrità fisica».
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