Quel crocifisso dinnanzi l’altare ricorda la Pasqua

GRADO
Durante il periodo quaresimale a essere esposto dinnanzi all’altare è uno splendido e commovente crocifisso. Commovente perché ha la caratteristica principale del Gesù ancora con gli occhi aperti rivolti verso il Cielo qualche momento prima di spirare. È noto, infatti, che la maggior parte di queste sculture vedono il Gesù ormai spirato con gli occhi chiusi.
Si tratta di un crocifisso ligneo su croce (107x253) a tronco d’albero del XVIII secolo (l’autore è stato individuato come proveniente da area veneta) che è stato fatto restaurare nel 2006 dall’allora arciprete dell’isola monsignor Armando Zorzin. La datazione è stata ricavata anche dal fatto che il Crocifisso di Grado somiglia a quello che si trova nella Chiesa parrocchiale di Pinzano al Tagliamento che è attribuito appunto a uno scultore veneto della prima metà del XVIII secolo.
Il restauro della scultura che si trovava in evidente stato di mala conservazione, fu eseguito da Laura Zanella che nella relazione tecnica precisa che l’iconografia rientra nella tipologia del Cristo vivente barocco che affonda le radici nel Cinquecento, ma prosegue via via fino al XVIII secolo, a cui peraltro risalgono gli esempi migliori.
Il crocifisso è bloccato con quattro chiodi alla croce (particolarmente raffinata e preziosa, la definisce la restauratrice) formata da due rami nodosi a incastro a mezzo, secondo l’antica raffigurazione dell’“albero di vita”.
Davvero inconsueto è a ogni modo l’uso del colore verde. Al di là del riportare alla luce l’intera opera, il restauro ha consentito, tra l’altro, di rivedere anche le gocce di sangue sulla fronte, le mani e i piedi che l’artista aveva dipinto. Anche se in questo periodo di restrizioni Covid la basilica è meno affollata del solito, c’è comunque da evidenziare che ogni giorno immancabilmente ci sono fedeli che si recano in Sant’Eufemia per dei momenti di preghiera dinnanzi alla statua della Madonna degli Angeli e dinnanzi al crocefisso. —
AN. BO.
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