«Quel muro non si fa» la Soprintendenza “bacchetta” Kukanja

Picchione: «Legittimo chiedere al Comune di revocare il permesso concesso a Portopiccolo per allargare la strada dalla baia»
Di Tiziana Carpinelli
Lasorte Trieste 23/04/12 - Sistiana, Castelreggio
Lasorte Trieste 23/04/12 - Sistiana, Castelreggio

DUINO AURISINA. La Soprintendenza ritiene “legittima” la richiesta di revoca dell'autorizzazione paesaggistica ch'era stata rilasciata lo scorso 11 aprile dal Comune di Duino Aurisina a Serenissima Sgr, titolare del fondo Rilke, proprietario di Portopiccolo. E mette nero su bianco che “nessun lavoro potrà essere iniziato in difformità alle previsioni legislative”. Il decreto era stato emesso dagli uffici comunali nonostante il preavviso di diniego, peraltro giunto 48 ore dopo la scadenza dei termini, inviato il 10 aprile dall'ente che trova sede in piazza della Libertà e riguardava la realizzazione di alcune opere di urbanizzazione, primaria e secondaria, connesse al maxi-cantiere di Sistiana. Nello specifico la riqualificazione dell'accesso all'ex cava – cioè il collegamento tra Castelreggio e Portopiccolo - e la posa della nuova illuminazione stradale.

L'amministrazione, come spigato giorni fa dal vicesindaco Massimo Veronese, aveva tirato dritto, respingendo con delibera giuntale dello scorso 26 maggio la richiesta di revoca della paesaggistica comunque concessa, per la possibile “insorgenza di risarcimento danni per la sospensione illegittima dei lavori”, oltre che per l'incolumità dei fruitori dell'area. Ma a questo punto, come conclude una nota firmata dal responsabile del procedimento, architetto Patrizia Giacone, e dalla Soprintendente Maria Giulia Picchione, “il prosieguo della vicenda sarà oggetto di valutazione da parte della Soprintendenza e della Avvocatura dello Stato”.

La faccenda delle opere in attuazione del Prpc di iniziativa privata, insomma, si complicherebbe. Nella nota della soprintendenza viene spiegato che “la richiesta di revoca avanzata si fonda sul fatto che un preavviso di diniego è pervenuto all'autorità delegata tardivamente, ma prima che quest'ultima avesse concluso il procedimento, conservando quindi la sua efficacia vincolante, ai sensi della circolare 27 della Direzione generale per il Paesaggio, le Belle arti, l'Architettura e l'Arte contemporanee”. Perciò “la richiesta di revoca della Soprintendenza è legittima ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 42 del 2004”.

«È chiaro quindi – precisano Giacone e Picchione - che nessun lavoro potrà essere iniziato in difformità alle previsioni legislative citate». Quanto alle motivazioni del preavviso di diniego “risiedono nel fatto che l'intervento - consistente nell'allargamento della sede stradale con posizionamento arretrato, rispetto all'attuale profilo, di un muro di sostegno di 3 metri di altezza in cui vengono inseriti nuovi servizi igienici, in sostituzione degli attuali, di cui viene sostanzialmente confermata la localizzazione - comporta l'alterazione dell'attuale profilo del rilievo soprastante la strada e il cambiamento dei suoi rapporti volumetrici e cromatici a favore di una maggiore antropizzazione e a scapito degli elementi naturali da salvaguardare, in quanto tutelati sia ope legis ai sensi dell'articolo 142 comma 1 lettera a del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio che per decreto ai sensi dell'articolo 136 comma 1 lettera d del suddetto Codice”.

Da segnalare, infine, che la società richiedente la paesaggistica aveva fatto pervenire, il 7 aprile, un'integrazione a difesa delle sue scelte progettuali, indicando una presunta impossibilità a eliminare i manufatti esistenti, “essendo questi ultimi di proprietà statale”, con riferimento, in particolare, agli esistenti bagni, che il già citato preavviso di diniego considera “un elemento di disturbo per aspetto e ubicazione, ubicazione però mantenuta nella proposta d'intervento”.

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