Quelle fontane animate che sfilano per il rione con piccioni al seguito
Per chi vive a Servola il Carnevale è una tradizione irrinunciabile. Tutto il borgo si organizza per offrire vari eventi - alcuni ormai storici come il “Corso delle Serve” e il “Funerale di Cornelio” -, a chi sale sul colle in quei giorni. Uno di questi appuntamenti è la sfilata dei bambini delle scuole, che si svolge da molti anni la mattina del giovedì grasso per le strade del rione.
Partecipare alla sfilata per la scuola Marin rappresenta una fase di un vero e proprio progetto finalizzato a favorire il rapporto fra la scuola e il territorio, il “Progetto rione”. Ogni anno gli insegnanti concordano un tema per tutte le classi, ben correlato con le attività didattiche o con situazioni che riguardano la scuola. Negli anni passati rospi, libellule, girini e piante hanno fatto conoscere a tutto il rione il nostro stagno. Pinguini, foche e insegnanti mascherati da stufe hanno poi ironizzato sull'impianto di riscaldamento che non funzionava bene. E ancora pane e pancògole dopo aver studiato la storia di Servola e tanti altri spunti tratti dal lavoro in classe.
La regola è: costruire i costumi a scuola, con l'aiuto dei genitori quando occorre, utilizzando per lo più materiali di recupero e impegnando tutta la creatività e la manualità di cui si è capaci. Negli ultimi anni, avendo a disposizione pochissime ore di contemporaneità degli insegnanti, si è dovuto optare per costumi più semplici da realizzare, pur di non rinunciare a questo appuntamento così sentito: il giorno della sfilata la folla festosa dei servolani e dei parenti dei bambini è davvero emozionante!
Quest'anno il tema è “L’acqua”, un bene da conoscere, godere, difendere, e la mia classe sfilerà con le fontane di Trieste in testa, attorniate da gabbiani, piccioni e turisti. I materiali sono sempre gli stessi: carta di tutti i tipi, sacchetti e vaschette di plastica, colori, colla. Ma il bello del lavoro è aver osservato tutti assieme attentamente le fontane dalle foto, per progettare e realizzare i vari elementi di ogni copricapo; i bambini hanno disegnato pesci, cavalli, angeli, figure umane copiandoli con la massima attenzione. L’aula sembra un cantiere: i banchi sono diventati da tavoli da lavoro, in uno si ritagliano le figure, in un altro s'incollano i pezzi; qua un gruppo dipinge, là un gruppo decora gabbiani e piccioni. La mia collega ed io a seguire vari gruppi che lavorano: taglia di qua, aggiusta di là, incoraggia uno che non è tanto bravo a ritagliare, coinvolgi l'altro che in una situazione del genere è tentato di gironzolare senza fare niente di utile; prova un copricapo quasi pronto e… ogni tanto una sgridata perché c'è troppa confusione!
Nel frattempo, giorno dopo giorno, Erik racconta di essere andato in piazza della Borsa con mamma e papà a osservare dal vero la fontana, Filippo invece racconta che ha visto quella di piazza Unità. Lucia è andata con la mamma a Servola e ha guardato bene la fontana verde che abbiamo “copiato”. Grazie anche a questi genitori, che colgono il senso del nostro lavoro e assecondano l'interesse dimostrato dai bambini, la sfilata, che sarà l'esibizione e il coronamento di un grosso lavoro svolto in classe, è diventata anche l'occasione per un arricchimento e per una maggiore conoscenza della propria città.
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