Raccordo ferroviario, pressing in Regione

Approvato un ordine del giorno del consigliere Iacono (Sel): «Il collegamento servirà anche a Sbe, Nidec e Fincantieri»
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-18.07.2012 Incontro pubblico sulla giustizia-Pd-Sel-Giovanni Iacono-Palazzetto Veneto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-18.07.2012 Incontro pubblico sulla giustizia-Pd-Sel-Giovanni Iacono-Palazzetto Veneto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Continua il buio sul rilancio della De Franceschi. Rfi ha presentato un conto “esorbitante”: quasi 5 milioni per riaprire il raccordo ferroviario che serve alla Casillo. E il Consiglio comunale in maniera compatta e trasversale scende in campo per fare pressione sul sindaco, sulla Regione e su Rfi perchè non si butti al vento un investimento da 8 milioni di euro sul territorio e perchè si tutelino i lavoratori dello stabilimento finiti sulla strada. Nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha votato un ordine del giorno presentato dal capogruppo di Sel, Giovanni Iacono. E c’è un punto specifico del documento, lo approfondisce lo stesso Iacono, su cui bisogna appigliarsi per riaprire il raccordo. Quel tratto ferroviario di 7 chilometri realizzato con soldi pubblici e poi dismesso da Rfi (che chiede quasi 5 milioni solo per agganciarlo con un binario di poche centinaia di metri alla rete) non serve soltanto alla Casillo per far transitare i carri colmi di grano. Ma anche alle altre realtà industriali che si affacciano sul raccordo, Sbe, Nidec e Fincantieri.

«Sia nel dibattito che l’intervento del sindaco - spiega Iacono - hanno precisato come un simile intervento non si configura come aiuto di Stato perchè la riattivazione costituisce una necessità per tutta l’area industriale monfalconese. Porterebbe anche una riduzione del traffico di mezzi pesanti su strada e quindi sarebbe utile anche in funzione di una sostenibilità ecologica come da linee guida della normativa comunitaria».

Proprio la Regione, che sulla riattivazione del raccordo ferroviario Schiavetti Brancolo è rimasta per ora in completo silenzio, ha fatto trapelare più volte la preoccupazione su un possibile intervento, dedicato alla Casillo, che avrebbe potuto configurarsi come un’infrazione, per appunto un aiuto di Stato. Nella zona industriale di Udine al contrario la Regione è intervenuta in maniera pesante sul fronte delle infrastrutture ferroviarie.

«C’è la necessità e l’urgenza che il raccordo ferroviario sia riattivato e che Rfi si renda pienamente disponibile», spiega il documento votato dal Consiglio. Ma che si infrange sul progressivo abbandono che Rfi sta portando avanti, soprattutto in Fvg, sul fronte del traffico merci su rotaia. Un abbandono condotto chiudendo la porta ad altri soggetti. «È inammissibile che un patrimonio di risorse organizzative e anche industriali possa venir dimenticato e che la crisi De Franceschi sia risolta solo con gli ammortizzatori sociali - insiste Iacono - ci si attende che Regione e ministero sostengano la riattivazione del raccordo». Rfi dopo l’ultima riunione con Consorzio industriale, sindaco e Casillo, aveva promesso una relazione sui costi di riattivazione. Finora mai arrivata. E Sel insiste preoccupata per gli ex-dipendenti dei mulini che stanno pian piano finendo sulla strada senza più assegni di disoccupazione. «In caso di riassunzioni - conclude Iacono - Casillo dia adeguata priorità alla valutazione delle competenze e le capacità dei dipendenti uscenti».

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