«Revocare le autorizzazioni al rigassificatore»

Intesa col governo per il via libera alla mozione della Commissione Industria ed energia

La Commissione Industria ed energia del Senato aggiunge un altro metro di terra al progetto, praticamente sepolto, del rigassificatore di Trieste.

Approvata a Palazzo Madama una mozione, frutto di un’intesa tra forze di maggioranza e governo, che chiede a Palazzo Chigi di «valutare l’opportunità» a procedere all’emanazione del decreto di revoca delle autorizzazioni concesse per l’impianto.

Il documento parte da una lunga premessa in cui si passano in rassegna le analisi condotte negli ultimi anni da diverse istituzioni internazionali (tra cui l'Agenzia Internazionale per l'Energia) che delineano lo scenario energetico globale nel prossimi decenni. E’ in questo contesto che la Commissione inserisce le rinnovabili e il gas, oltre che il bisogno di ridurre i rischi che possono derivare da eventuali interruzioni di approvvigionamento dall'estero. Ecco perché è necessario adottare «una politica nazionale volta a garantire prezzi accessibili, competitività, obiettivi ambientali e sicurezza» nelle forniture. Dunque, osservano i senatori, considerando che il gas naturale «è riconosciuto da tempo come il più pulito tra i combustibili fossili» è indispensabile valutare «l'importanza delle infrastrutture nel loro carattere strategico». Ma su Trieste, in particolare, il Senato ricorda che per il terminale on-shore è stato adottato un provvedimento di sospensione dell'efficacia della Via, mentre per quello off-shore è stato adottato il provvedimento di Via negativa.

Di conseguenza Palazzo Madama, pur riconoscendo la necessità di impianti nel territorio nazionale, sollecita il governo «a valutare l'opportunità, a seguito della sospensione in essere e ove ne ricorrano le condizioni -puntualizza la mozione - a procedere alla emanazione del decreto di revoca delle autorizzazioni concesse per il rigassificatore». Ma di realizzare comunque, in particolare, «una politica industriale ed energetica che riduca progressivamente l'uso del carbone per la produzione di energia elettrica definendo una vera e propria "Roadmap di decarbonizzazione" che riguardi tutti i settori - è la proposta - dall'elettrico ai trasporti, dall'industria ai servizi, per perseguire gli obiettivi comunitari previsti al 2050».

Perché, continua la Commissione, il Paese deve disporre di «obiettivi di efficientamento delle reti di trasporto dell'energia favorendo la transizione delle reti esistenti in "reti intelligenti”, le cosiddette "smart grid" in grado di integrare intelligentemente le azioni di tutti gli utenti connessi».

Passaggio, indispensabile, questo, per «distribuire energia in modo efficiente, sostenibile, economicamente vantaggioso e sicuro».

(g.s.)

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