Riaperto il cimitero austroungarico

È di nuovo visitabile il sito di Fogliano-Redipuglia. Visintin soddisfatto tira un «sospiro di sollievo»
Di Luca Perrino
Bumbaca Gorizia Fogliano, cimitero austroungarico
Bumbaca Gorizia Fogliano, cimitero austroungarico

FOGLIANO REDIPUGLIA. A poco più di due mesi di distanza dall’avvio di lavori tanto necessari ed improrogabili, quanto tormentati e costellati da mille polemiche, ha riaperto i battenti ed è nuovamente visitabile il cimitero austroungarico di Fogliano Redipuglia. Una riapertura attesa, auspicata da molti, chiesa a più voci nelle ultime settimane, epilogo di un’azione di protesta che aveva visto in primo piano l’organizzazione dei “Sentieri di pace” della Pro Loco.

Non erano i lavori alla struttura, come detto ormai indispensabili per dare decoro e sicurezza alla stessa, ad essere stati al centro delle lamentele, quanto la loro lentezza e l’organizzazione di un cantiere che avrebbe potuto lasciar spazio ugualmente alle visite, sempre numerose, specie nell’anno in cui si celebra il centenario della Grande Guerra. Ed invece, dal 16 aprile scorso, il cimitero è stato sprangato, sigillato, tanto che la Pro Loco, con il sostegno dell’amministrazione comunale, è ricorsa al montaggio di un palco esterno per permettere ai visitatori di salirci e svolgere lo sguardo ed il pensiero alle tombe dei militari caduti. In quell’occasione ci fu tensione con gli esponenti della direzione del Sacrario e successivamente il coordinatore dei “Sentieri di pace”, Franco Visintin, si era rivolto addirittura al prefetto di Gorizia, sollecitando un intervento che ponesse fine a tanti disagi.

Oggi il palco esterno sarà rimosso e sarà pace tra le due fazioni contrapposte in una battaglia che abbraccia tutto il sistema di accoglienza dei visitatori in quello che è il luogo simbolo della prima guerra mondiale. Un luogo che spesso appare dimenticato, fin troppo trascurato e ciò nonostante gli sforzi che la Pro Loco profonde per far si che tutto sia all’altezza della situazione. Ne è la prova i lavori di riatto della stazione ferroviaria di Redipuglia. Il cimitero ospita 14.550 salme di soldati caduti in questa zona durante il conflitto 1915-1918. I lavori eseguiti in questi mesi hanno riguardato il ripristino del muro di cinta con relativa pitturazione, la messa in sicurezza dell’ arco della cancellata di ingresso, la risistemazione dell’area che ospita l’altare ed un radicale trattamento anti muschio di tutte le tombe per evitare lo sgretolamento.

«Non possiamo che tirare un sospiro di sollievo – commenta Visintin – e sperare che in un prossimo futuro simili interventi vengano svolti con una maggiore coordinazione, con una maggiore elasticità, tenendo conto proprio delle esigenze di chi macina chilometri per arrivare a Redipuglia e, magari, deporre un fiore laddove riposano i resti di un congiunto. Credo che c’è il bisogno di simili accortezze per far si che questa zona possa essere all’altezza di un luogo sacro, simbolo di una pagina di storia, ma anche volano di sviluppo turistico che ha costantemente bisogno di attenzioni particolari e non di pressapochismo, come purtroppo assistiamo».

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