Rilancio del molo Venezia Spunta l’ipotesi ittiturismo

Un chiosco attrezzato per la vendita del pesce collocato in mezzo al molo Venezia. Il giorno dopo l’annuncio fatto dai pescatori triestini di voler iniziare a breve con la vendita diretta del pesce sui pescherecci attraccati, è l’Assonautica, l’ente che fa capo alla Camera di commercio, a rilanciare con una proposta anch’essa del tutto inedita. «Siamo titolari della concessione che ci è stata data sul molo Venezia dall’Autorità portuale - spiega il vicepresidente di Assonautica, Roberto De Gioia - e che riguarda solo i bordi del molo. Inizialmente tale permesso era sufficiente per poter garantire un attracco alle imbarcazioni da diporto. Ora che il molo, grazie all’intraprendenza dei pescatori, si avvia a diventare un punto di riferimento per i consumatori - aggiunge - ecco che una vecchia idea che avevamo coltivato qualche tempo fa torna alla ribalta. L’Autorità portuale è già in possesso della nostra richiesta di ampliare la concessione - precisa il vicepresidente di Assonautica - estendendola all’intera superficie del molo Venezia. In tal modo potremmo collocare un punto vendita di pesce fresco, attrezzato per garantire anche una rapida degustazione sul posto. Siamo appena alla bozza di un progetto - continua - ma immaginare una collaborazione fra noi e i pescatori, che possa scaturire in un servizio ancor più puntuale ed elegante, in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori, ci sembra una buona base sulla quale lavorare». In altre parole, il molo Venezia si appresta a diventare un punto chiave per il commercio al dettaglio, ma anche un luogo di riferimento dove degustare un po’ di pesce, magari accompagnandolo con un bicchiere di vino. Soprattutto se l’idea coltivata dall’Assonautica dovesse arricchirsi di un ulteriore elemento indicato sempre da De Gioia: «In una prospettiva più lunga - riprende - pensiamo anche di allestire un servizio di ittiturismo, garantendo cioè ai turisti, ma anche ai triestini, la possibilità di salire a bordo di un peschereccio, assistere alle operazioni di pesca stando a fianco dei nostri operatori e magari, al ritorno a riva, procedere agli acquisti del pescato».
Su questa proposta si trova perfettamente in linea anche Guido Doz, responsabile regionale dell’Associazione generale cooperative italiane (Agci Agrital), la cooperativa alla quale fanno capo molti dei pescatori triestini e che per primo ha annunciato la novità della vendita diretta del pescato sul molo Venezia: «L’ittiturismo è un’attività che altrove riscuote notevole successo - sottolinea -, perché avvicina i turisti a un mondo molto particolare, come quello della pesca, e permette a chi sale sui pescherecci di vedere dal vivo le operazioni di pesca e di stare a stretto contatto con noi pescatori, esplorando un settore di cui non si parla mai abbastanza e che invece è storico per Trieste».
«Si tratta semplicemente di chiudere un cerchio - riprende De Gioia - mettendo al servizio del turismo un comparto, quello della pesca, che fa parte della tradizione locale, ridando vivacità e visibilità al molo Venezia che oggi, bisogna ammetterlo, non è proprio nelle migliori condizioni».
Attualmente parte del molo è utilizzato anche come parcheggio e non sempre da parte di automobilisti rispettosi delle regole. L’operazione “vendita diretta del pescato” abbinata alla nascita di un chiosco ne favorirebbe il pieno recupero.
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