RIVOLTA FISCALE IN UN PAESE DIVISO
È il momento della verità: lo scontro sulle tasse per i lavoratori autonomi mostrerà se siamo di fronte a una super-tassazione iniqua e vessatoria, o allo zoccolo duro dell'evasione fiscale. È una super-tassazione, il Fisco non capisce i piccoli artigiani e le piccole imprese: così pensa il Nord. È l'evasione vecchia e incancrenita, viene stanata e si difende con i denti e con le unghie: così pensano il Centro e il Sud, e anche il governo. Lo Stato tassa secondo le indicazioni degli Studi di Settore. «Io ho un negozio di alimentari», mi spiega un esercente. «E lo Stato mi dice: se hai tot metri quadri e tot frigoriferi, allora tu guadagni tot e di tasse devi pagare tot». Chiaro. «Ma nell'anno scorso il guadagno è calato, eppure gli Studi di Settore lo alzano: non mi resta che chiudere».
Questo è un colpo contro lo Stato: come può aumentare la tassazione, se i guadagni sono diminuiti? Pare un errore su un anno, ma diventa un errore su tutti gli anni: perché indica che l'imponibile stabilito dagli Studi di Settore non viene calcolato in riferimento al reddito medio della categoria, e dunque d'accordo con la categoria, ma in riferimento ai bisogni dello Stato. Non è la categoria che ha guadagnato tot, e su quel tot deve pagare le tasse, ma è lo Stato che ha bisogno di tot tasse, e allora le spreme da dove può. È un sospetto pesante. Diventa ancor più pesante quando si vedono parlamentari eletti nella sinistra, qui al Nord, premere sul governo affinché riveda la sua linea, e lo Stato (cioè Visco) reagire con incertezza, e alla fine dichiararsi disposto a discutere, e ammettere che gli Studi di Settore sono "sperimentali". Poiché per quegli Studi di Settore ci sono imprese che han dovuto chiudere, un ministero della Finanza che dichiara di aver applicato metodi sperimentali è come un ospedale che ha avuto una considerevole moria di pazienti, e in conferenza-stampa confessa di averli curati con farmaci non ancora collaudati. Quando e su chi si fa la sperimentazione? La si fa per malattie che non si conoscono e usando pazienti "vili". I soggetti sconosciuti per lo Stato sono le piccole imprese, e il vile proprietario di quel corpo è il Nord. Questi sono i colpi a favore della rivolta fiscale del Nord. Ma ci sono colpi a favore del Fisco. Anzitutto, Visco.
È il primo politico che riesce a stanare una fetta cospicua di evasione cronica, e a far entrare nelle casse dello Stato un gettito tradizionalmente dato per perso. Il metodo Visco qualche merito ce l'ha. E poi, il negoziante ha sempre una possibilità: rifiutarsi di pagare secondo gli Studi di Settore, e pagare secondo il reddito reale e aspettare il controllo. Chiedo a un negoziante: «Perché non lo fa?». «Mai. Un controllo fiscale è come un coltello piantato nel fianco». Questo è oscuro e sospetto. Le altre categorie pagano sul reddito reale, e se viene un controllo mostrano la documentazione. Se si evita il rapporto tassazione-reddito reale, si piega verso una tassazione combinata o concordata: e allora, o lo Stato frega il contribuente o il contribuente frega lo Stato. Nella fregatura, siamo coinvolti tutti noi comuni cittadini. L'ultimo falegname che m'ha fatto un lavoro l'ho pagato con un assegno: morale, non viene più.
L'assegno lascia una traccia, e lui non vuole. Un fabbro l'ho aspettato sei mesi. Finalmente è venuto. Ha fatto il lavorino (mezza giornata) e alla fine, come fosse muto, m'ha mostrato un foglio di quaderno: stava scritta una somma, ho dovuto dargliela in contanti, e ho fatto mentalmente il conto fra tempo lavorato e compenso. Il conto mi dice che, a quel prezzo, quell'artigiano va sui 300 milioni di lire annui. Qual è lo Studio di Settore che attribuisce a un fabbro solitario un guadagno di 300 milioni di lire all'anno? E allora, come la mettiamo?
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video








