Rovis sdogana la corsa divisi al primo turno

«Roberto Dipiazza è in campo da mesi con la propria candidatura. Nata sulla spinta di Trieste Popolare e Un’Altra Trieste, fin dal giorno dopo le elezioni europee del 2014. Altri due movimenti, Italia Unica e Italiani di Trieste, sostengono l’ex sindaco. Nessuna risposta definitva, invece, dai tre partiti del “Patto di Bologna”. La Lega Nord si dichiara disponibile, ma formalmente non chiude la partita. Fratelli d’Italia ha attivato per conto proprio un giro di consultazioni con Dipiazza, tutt’ora in corso. Forza Italia locale rimugina e rimanda le decisioni di mese in mese. Sono tutte posizioni legittime. Ogni forza politica ha il diritto - e dovere - di compiere in autonomia le proprie valutazioni. Ma una considerazione va svolta: davanti a una proposta di matrimonio, il partner può acconsentire o rifiutare. Se questi dovesse invece rispondere che ci deve pensare e, sollecitato, non fornisse risposta e, alla fine, dovesse accordare uno svogliato “va beh, dai, sposiamoci”, quel matrimonio nascerebbe forse con i migliori auspici?». Paolo Rovis, ex pidiellino e oggi portacolori di Trieste popolare in Consiglio comunale, ritorna così sulla singolare situazione della presunta coalizione di centrodestra per le elezioni comunali e sulla convergenza (che ancora non c’è, almeno non del tutto) sul nome di Roberto Dipiazza quale candidato sindaco.
«È utile e dignitoso, per Roberto e per chi lo sostiene, attendere ancora davanti alla porta?», si domanda Rovis. «Perché - prosegue -, oltre alla competizione elettorale, l’obiettivo dev’essere quello di amministrare bene Trieste per cinque anni, con idee e programmi chiari, che siano patrimonio comune di un’intera coalizione. A oggi, spiace constatarlo, su questo fronte e su temi fondamentali per la nostra città non sappiamo se ci sia o meno unitarietà di vedute fra tutti i partiti del cosiddetto centrodestra. Non si tratta di una condizione solo triestina: il mosaico è ancora scomposto un po’ in tutte le città chiamate al voto. Non a caso, però, per i grandi comuni la legge elettorale prevede due turni, con la possibilità di convergere su un singolo candidato e sul suo programma al momento del ballottaggio». E qui si innesta la proposta di Rovis: «Se la sintesi su Dipiazza è difficoltosa per la “triplice” o parte di essa, questa metta in campo una propria proposta alternativa, al primo turno. Legittimamente e con chiarezza. Saranno poi i triestini a scegliere. Si eviterebbe così di ritardare la partenza di tutti in nome di un matrimonio che, anche laddove celebrato, apparirebbe senz’amore».
Nel frattempo, ad aggiungere bollicine a uno scenario già frizzante, ci pensa Italia Unica Trieste che con un tweet invia un messaggio tutt’altro che amichevole alla cordinatrice regionale di Forza Italia, Sandra Savino: «Dovrebbe avere la compiacenza di dimettersi! #Trieste non ha bisogno di #Savino fa solo danni». La parlamentare forzista domani incontrerà di nuovo a Roma Silvio Berlusconi assieme a Roberto Dipiazza.
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