Rozzol-Melara, rete sociale in crescita ma i negozi chiudono

Quadrilatero, tante le attività e i servizi offerti del Portierato soprattutto agli anziani. Caccia a nuovi spazi di aggregazione
Di Pierpaolo Pitich
Silvano Trieste 06/08/2013 Melara, Via Revoltella, Via Forlanini
Silvano Trieste 06/08/2013 Melara, Via Revoltella, Via Forlanini

È un rione eterogeneo, variegato, nel quale convivono da sempre diverse realtà. Un quartiere che nel tempo ha saputo compiere passi importanti, trasformando situazioni di difficoltà e di disagio in punti di forza a proprio vantaggio, ma che - ed è questo il rovescio della medaglia - è sempre alla ricerca di nuovi spazi di aggregazione; mentre la scure della crisi economica si è fatta sentire pesantemente, spazzando via molte attività commerciali.

Rozzol-Melara è senza dubbio un rione cambiato, diverso da quello di un tempo. Differenze che si toccano con mano soprattutto all'interno del quadrilatero, dove vivono oltre 1500 persone e dove è solida la componente straniera, con famiglie dall'Africa e dall'Est Europa: ed è proprio qui che si sono vissute le trasformazioni più importanti. Da una decina d'anni infatti a Melara opera il Portierato sociale, che, grazie alla collaborazione portata avanti con Comune, Azienda sanitaria e Ater, ha messo in piedi tutta una rete di servizi per ottemperare alle esigenze dei residenti, in modo particolare quelle della popolazione anziana. «Possiamo dire che a Melara oggi le cose sono senza dubbio migliorate - spiega Patrizia del Portierato -. Le persone non sono più abbandonate a se stesse, ma vengono coinvolte in una serie di attività, aiutate e supportate in quelli che sono i bisogni giornalieri, dalle visite domiciliari alla spesa fino all'acquisto dei medicinali. Un modo per superare le difficoltà quotidiane e per evitare situazioni di disagio e di solitudine».

Dunque attività di supporto ma anche progetti mirati, come racconta Lorella della Microarea di Melara. Nello specifico si tratta di lavori di gruppo e di campagne di sensibilizzazione alle varie tematiche sociali, da quella ambientale a quella di recupero degli spazi abitativi. Iniziative che però vengono rivolte non solo agli anziani, ma anche alle giovani generazioni del rione, sia durante l'anno scolastico, sia soprattutto in tempo di vacanze, grazie alle attività promosse dai centri estivi dell'oratorio parrocchiale. «Stiamo portando avanti sul territorio il nostro piccolo servizio ormai da molti anni», racconta don Giuliano, parroco di San Luca, da oltre trent'anni autentica anima del rione: «Questi ragazzi stanno consegnando grandi benefici e un enorme entusiasmo all'interno delle loro famiglie: il rione è profondamente cambiato proprio grazie al percorso di crescita e di maturazione dei giovani che hanno potuto in questo modo imboccare la strada giusta».

Ma come detto c'è anche il lato oscuro, costituito dalla desertificazione commerciale del rione: molti i negozi che sono stati costretti ad abbassare le serrande negli ultimi anni. «Questo era un quartiere che un tempo pulsava ed era pieno di gente», spiega Piero che da vent'anni gestisce una rosticceria in via Revoltella: «Adesso è come se si fosse spenta improvvisamente la luce». Sulla stessa lunghezza d'onda Paola, che porta avanti poco distante il negozio di idroelettrica. «C'è stata indubbiamente una vera e propria involuzione - racconta -. Una volta c'erano tanti giovani, molto fermento e parecchie attività: in una parola il quartiere veniva vissuto a tempo pieno, mentre adesso Rozzol è diventato un luogo fin troppo tranquillo».

Le stesse problematiche si vivono a Melara, dove negli anni ’90 trovavano spazio moltissime attività commerciali, messe al tappeto nel tempo dagli elevati costi di gestione e dalla concorrenza della grande distribuzione sorta proprio nel cuore del quartiere. «Diciamo che cerchiamo di resistere e di tenere duro - afferma Alessia che porta avanti l'attività di famiglia della tabaccheria, uno degli ultimi negozi sopravvissuti all'interno del quadrilatero -. I tempi d'oro in cui eravamo in tanti a lavorare qui sono solo un lontano ricordo: adesso non è rimasto quasi più nessuno».

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