“Scippo” da 71 milioni per gli enti locali

La quota assegnata dalla manovra estiva della Regione non sarà erogata. Tegola legata al patto di stabilità. Sindaci in rivolta
Di Marco Ballico

TRIESTE. Il patto di stabilità, una volta ancora, soffoca gli enti locali. Rischia di privarli pure dei 71 milioni che sembravano poter essere il loro “tesoretto” infilato nelle variazioni di bilancio della Regione. Invece, a quanto filtra dal verbale di un incontro tra l’Ufficio di presidenza del Consiglio delle Autonomie e Debora Serracchiani, quei soldi, affermano i funzionari regionali, non potranno essere iscritti a bilancio. Per l’ordinamento regionale, questa la motivazione tecnica, non è infatti possibile consentire agli enti locali di utilizzare risorse assegnate ma non impegnate dalla Regione. Così almeno ha spiegato il direttore centrale della Funzione pubblica Antonella Manca in un vertice che ha visto presenti, con la governatrice, anche l’assessore Paolo Panontin, il direttore alle Finanze Paolo Viola e, per gli enti locali, il presidente del Cal Ettore Romoli, la vicepresidente Maria Teresa Bassa Poropat, i sindaci di Trieste Cosolini, di Pordenone Pedrotti, di Montereale Valcellina Anselmi, di Cividale Balloch, e il vicesindaco di Tarvisio Zanette.

Ieri a Udine il verbale è stato distribuito agli amministratori del Cal e l’allarme si è ben presto diffuso. Sul tavolo soldi che spettano di diritto alle autonomie, ma che la Regione dichiara di non poter erogare perché con le mani legate dai vincoli del suo patto di stabilità. I 71 milioni, parte di una manovra estiva da 313, erano stati annunciati la scorsa settimana dall’assessore alle Finanze Francesco Peroni, «in ragione dell'incremento delle compartecipazioni sui tributi erariali». La doccia fredda è arrivata però dai tecnici. Alla richiesta di Serracchiani, premesso che il problema è recuperare gli spazi necessari a trasferire quei fondi, se il credito certo vantato dalle autonomie locali per i trasferimenti da decimi sulle imposte sia un’informazione utilizzabile per costruire il bilancio, la risposta del direttore Manca è stata netta: Comuni e Province non possono costruire il bilancio sulla base dei 71 milioni assegnati ma non impegnati dalla Regione. È infatti proprio l’impegno assunto dalla Regione, rilevano ulteriormente i direttori, il presupposto giuridico che consente agli enti locali di iscrivere le risorse a bilancio. In sostanza, in base alla legge finanziaria regionale, il conguaglio in assestamento ammonta a 71 milioni, ma l’utilizzo è condizionato dal blocco degli spazi finanziari della Regione. Perché quei soldi pesano sul patto della Regione, che è “per tetti”. E siccome quella quota è aggiuntiva rispetto alle somme che già ci sono, quando vengono trasferiti agli enti locali come spese correnti o d’investimento, aggravano il patto della Regione, la quale ha appunto bisogno di spazi finanziari per trasferirli. Spazi che non ci sono.

Alla preoccupazione subito manifestata in particolare da Romoli e Cosolini, che hanno ricordato come a volte si iscrivano a bilancio poste molto più incerte dei trasferimenti in questione, la presidente della Regione ha dato mandato ai tecnici di approfondire un caso che rischia di fare esplodere la protesta della periferia. Ma, almeno stando a quanto trapelava ieri in Cal, non sono emerse al momento soluzioni che sblocchino la posta.

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