Scoperta truffa sui lavori all'hotel Dante

L’impresario edile Del Prete avrebbe ottenuto illegalmente due milioni dal Frie per il restauro
Una maxitruffa ai danni dello Stato dell’ammontare di oltre 2milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Trieste. Nel mirino degli investigatori è finito l’impresario edile Antonio Del Prete che, secondo le indagini coordinate dal pm Giorgio Milillo, avrebbe escogitato un gioco contabile tra due sue società per ottenere dal Frie (Fondo rotazione attività economiche) una serie di finanziamenti per il restauro dell’albergo «Dante» di via Brigata Pavia a Gorizia. Nell’affare - ha accertato la Finanza - era stato coinvolto come finanziatore occulto il commercialista Francesco Paticchio, morto nel giugno del 2004, che aveva prestato alla società Dante Srl riconducibile a Del Prete la somma di 380 mila euro ottenendo oltre agli interessi anche di far intestare una quota rievante a una propria collaboratrice.


Dalle indagini dei militari della prima compagnia e del nucleo di pg della procura è emersa l’ipotesi che l’attivà relativa alla maxitruffa era stata gestita da Paticchio per quanto riguarda l’aspetto finanziario e da Del Prete per quanto concerne quello operativo e gestionale. Le indagini sono partite da un esposto per truffa che era stato presentato nell’ottobre del 2004 dall’ex amministratrice della Dante Srl. In particolare l’amministratrice di cui non è stato reso noto il nome aveva denunciato il fatto che Del Prete le aveva estorto una firma su un foglio in bianco utilizzata per formalizzare una falsa lettera di dimissioni. Dai primi accertamenti degli investigatori era emerso il giro d’affari. In pratica i finanzieri avevano scopero che l’imprenditore edile aveva comperato un albergo di Gorizia poi garantendo un consistente risparmio nei lavori di ristrutturazione grazie a un mutuo a tasso agevolato concesso dal Frie. Il trucco accertato è stato quello di com


missionare a un’altra società di Del Prete inestata a un prestanome (la Med Srl) le fatture relative ai lavori di ristrurtturazione. Il risultato è stato quello di ottenere un cospicuo credito dell’Iva da parte della Dante e quindi di chiederne il rimborso e nello stesso tempo di far ottenere sempre alla stessa Dante le tranches del mutuo. Insomma, era stato fatto, così risulta dalle indagini, un vero e proprio gioco delle tre carte ottenendo alla fine i finanziamenti pubblici per la somma di oltre 2milioni di euro. Soldi che poi, una volta erogati, si sono volatilizzati.


Antonio Del Prete è accusato oltre che di truffa anche di contabilizzazione di fatture inesistenti e di indebita percezione di finanziamenti da parte dello Stato. Ma non solo. È stato ipotizzato a suo carico anche il reato di bancarotta fraudolenta. Infatti, gli investigatori hanno scoperto che dopo aver ricevuto il denaro la società parallela è improvvisamente fallita e che gli amministratori hanno sottratto la somma di 248 mila euro al patrimonio della Med Srl.

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