Scoppio al Prešeren, edificio evacuato

Sono quasi le dieci del mattino quando uno scoppio rimbomba al quarto piano del Prešeren. Un rumore sordo che si sente nello spiazzo davanti all’ingresso che si affaccia su strada di Guardiella. Lì, in quel momento, sono assiepati gli studenti del liceo di lingua slovena. Ultimo giorno di lezione, per molti iniziano le vacanze. Che qualcuno, in vena di goliardate, abbia sparato un petardo per festeggiare? Non è così, e lo si capisce quando dall’interno dell’edificio vengono fatti evacuare tutti gli insegnanti e il personale tecnico e amministrativo, le persone rimaste all’interno del palazzo dove stanno per cominciare gli scrutini.
Qualche minuto e arrivano vigili del fuoco, polizia, ambulanze e vigili urbani, i cui mezzi si posizionano vicino al camion parcheggiato davanti al cancello. È un mezzo dell’Italspurghi, lì con due tecnici che appunto nella scuola erano impegnati nello smaltimento dei prodotti chimici del laboratorio. È questa la causa di quanto successo. Qualcosa nelle operazioni non è andato per il verso giusto e del liquido pericoloso è finito nel lavandino. A contatto con l’acqua ha innescato la deflagrazione del sifone. Forse, all’origine, una sostanza scambiata per fosforo, come riporterebbe un’etichetta di un contenitore, per la quale sarebbe stata seguita la procedura di “inertizzazione” con l’acqua. Ma le prime analisi dell’Arpa, come ha reso noto nelle ore successive il direttore tecnico-scientifico Fulvio Daris, hanno rilevato tracce “basiche” da ricondurre piuttosto a sodio, calcio, litio o potassio. Il fosforo avrebbe dato una reazione “acida”. C’era una sostanza etichettata come diversa? Finora esistono solo ipotesi che verranno chiarite nei prossimi giorni. La magistratura è stata informata dei fatti.
Non ci sono stati danni strutturali né feriti, ma il botto ha liberato una nube acre che ha invaso parte dell’edificio. Qualcuno tra il personale docente ha inalato il fumo e accusato bruciore alla gola. Dopo i primi controlli in ambulanza, una ventina di persone - tra cui anche il tecnico dell’Italspurghi - sono state trasportate a Cattinara per ulteriori accertamenti. Tutti comunque sono stati dimessi nel pomeriggio senza conseguenze.
Nella scuola sono scattate subito le indagini. I vigili hanno transennato l’intera zona, la polizia ha interrogato i testimoni. Sono iniziate anche le operazioni di prelievo dai tombini per scongiurare ulteriori inquinamenti nella rete fognaria dell’area. Campioni poi raccolti dall’Arpa che ha già escluso conseguenze peggiori. Tutte da verificare dinamiche ed eventuali responsabilità: se l’esplosione sia attribuibile al modo in cui la scuola conservava i prodotti, al metodo usato dall’azienda per maneggiarli o ad altro. Andrà chiarito se lo sversamento nel lavandino sia avvenuto incidentalmente o volontariamente.
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