Se la “bulla” passa dalla parte di una vittima

Nella giornata della sicurezza in rete, una studentessa del Fabiani-Deledda racconta la propria storia
Foto Bruni Trieste 07.02.2017 Liceo Deledda-Fabiani:corso web-antibullismo
Foto Bruni Trieste 07.02.2017 Liceo Deledda-Fabiani:corso web-antibullismo

Non voleva essere una lezione soporifera, nemmeno una ramanzina o un richiamo all’ordine. Sono stati invece dei consigli utili per affrontare con saggezza la Rete. Il “Safer Internet Day”, la giornata per la sicurezza informatica celebrata ieri a livello mondiale, a Trieste ha trovato il suo pubblico all’istituto tecnico statale Fabiani–Deledda dove alcune classi hanno partecipato a uno degli incontri organizzati in tutta Italia dalla Polizia postale e delle comunicazioni. A sensibilizzare questi giovani c’erano Leonardo Tamborini, procuratore capo del Tribunale dei minori, e Alessandra Belardini, dirigente del Compartimento postale Fvg.

Cyberbullismo e bullismo sono stati i tasti fondamentali da toccare per spingere i nativi digitali a prestare molta attenzione davanti al pc e a scuola. Perché le conseguenze sono ferite indelebili che le vittime che subiscono queste azioni si portano dietro per sempre. «Il soggetto che esercita forme di bullismo sul web – ha spiegato Tamborini – non vede la vittima, quindi non sa quanto male provoca. E non sa che magari la vittima riceve tante intimidazioni». Sono fenomeni questi di cui si può diventare autori anche inconsapevolmente: la condivisione di immagini o video possono avvenire sovrappensiero senza riflettere sugli effetti. «Attenzione a quello che postate – ha avvertito Belardini - tutti i dati che inserite sul web, che è un’opportunità immensa ma anche un’arma letale, non si possono più cancellare». In questo senso il procuratore ha posto l’accento sulla prudenza che i giovani devono avere nell’inviare le proprie immagini, perché «quando le mandate a qualcuno, dovete essere sicuri dell’identità del destinatario».

Ma forse le parole non incidono quanto i fatti. Per questo la Polizia postale e delle comunicazioni ha portato davanti agli occhi degli studenti un docufilm, #cuoriconnessi, che ha raccontato le testimonianze di due ragazze che per tanto, troppo tempo hanno sofferto a causa di atti di bullismo e cyberbullismo nei loro confronti. E poi è stato il turno dei ragazzi delle classi IV e V dell’istituto che hanno presentato il loro cortometraggio in preparazione sulla tematica, in collaborazione con l’associazione teatrale Mamarogi. Infine il colpo di scena. Una studentessa di 14 anni che ha voluto raccontare la sua storia, davanti a tutti: da “bulla” ha cambiato sponda, iniziando a difendere la compagna di classe che per quasi un anno veniva presa in giro dai “colleghi” perché «grossa e non tanto bella».

Nell’ordinamento giuridico italiano, si è anche appreso, manca un inquadramento normativo specifico in materia di cyberbullismo e bullismo. Tuttavia viene colmato ricorrendo alle fattispecie esistenti. Per i minorenni che commettono atti legati a questi fenomeni fino ai 14 anni non c’è punibilità. Ma dai 14 ai 18 anni si applicano le norme del processo penale minorile. (b.m.)

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