Servizi sanitari adeguati alla città-metropoli

Fasola e Blasig (CambiAmo): i flussi di persone a Monfalcone sono molto più elevati rispetto a Gorizia

Le scelte di razionalizzazione nell’ambito della riforma regionale della Sanità non possono che tener conto del rapporto tra dimensioni demografiche delle aree urbane e i volumi di attività sanitaria. Lo sostiene il gruppo consiliare di “CambiAmo Monfalcone” con i suoi rappresentanti Gianpiero Fasola e Luigi Blasig, che, attraverso un’interrogazione al sindaco di Monfalcone, sottopongono alcune informazioni territoriali, quali semplici “indicatori” utili a risolvere anche le questioni apparentemente più complesse. Si tratta dei dati inerenti i flussi di persone legati ad attività come il Kinemax e il Mc Donald’s: nel 2013 al Kinemax di Monfalcone sono stati registrati 174mila spettatori, contro i 69mila di Gorizia, con lo stesso gestore. Negli ultimi 10 mesi, il Mc Donald’s di Monfalcone (a un passo da San Polo) ha registrato 400mila clienti, contro i 150mila registrati a Gorizia, con lo stesso gestore. «Questi dati - osservano i due consiglieri - appaiono coerenti con le dimensioni delle due aree urbane e proporzionati ad altre informazioni di analogo significato che dicono tutte la stessa cosa (numero di taxi, presenze negli alberghi, flussi veicolari, traffici ferroviari, incidenti sul lavoro, ecc.) e con i volumi di attività sanitaria degli ospedali». Fasola e Blasig chiedono pertanto al sindaco se «non ritenga di fare cosa utile facendo pervenire, assieme ai sindaci di Ronchi e Staranzano, queste semplici informazioni all’assessore regionale competente e alla Direzione centrale Salute esigendo che l’assetto delle funzioni che risentono più direttamente delle dimensioni demografiche (emergenza, chirurgia, traumatologia, ecc.) nell’Isontino tenga conto di queste elementari ma significative informazioni». Chiedono inoltre al sindaco «se ritenga che questa così banale fotografia della realtà com’è non possa essere utile anche in altre negoziazioni in ambito provinciale o regionale».

Il tutto considerato che la programmazione sanitaria e in particolare la collocazione geografica di alcuni servizi «dovrebbe tener conto di queste informazioni per raggiungere con maggiore probabilità gli obiettivi attesi in termini di sicurezza, efficienza e di rapporto costo/efficacia». I consiglieri concludono: «Ancora non sembra sufficientemente chiara ad alcuni politici isontini la ragione dei persistenti maggiori volumi di attività del San Polo, nonostante diverse azioni di depotenziamento e i numerosi tentativi di “sabotaggio” degli ultimi anni».

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