Slitta l’assemblea Fiom e Colautti si ricandida

La segreteria della Fiom triestina, che organizza 1100 iscritti nelle fabbriche provinciali, dovrà attendere altre due settimane per avere il suo “detentore”. Comunque il dimissionario Sasha Colautti si ripresenterà con o senza l’appoggio della dirigenza di Fiom e Cgil. L’assemblea generale, convocata ieri alla Scuola edile in Zona industriale, si è tenuta per metà con la relazione di Colautti, gli interventi del leader nazionale Maurizio Landini, del segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta e del responsabile provinciale cigiellino Michele Piga. Seguiti dal dibattito, che, secondo alcuni presenti, si è rivelato decisamente vivace. A quel punto gran parte della giornata se ne era andata e Landini aveva tempi molto stretti per verificare proposte, numeri, schieramenti: così i lavori assembleari sono stati aggiornati al 23-24 di questo mese.
Perchè il meccanismo di “selezione” del segretario è piuttosto particolare e si basa sui cosiddetti “centri regolatori”. Giovedì 23 sarà Enzo Masini, responsabile dell’organizzazione Fiom, insieme al segretario regionale cigiellino Pezzetta, a sentire il parere di tutti e 55 i membri dell’assemblea triestina, per monitorare gli umori della base. Se ci saranno le premesse per una candidatura Colautti accettata dai vertici Fiom e Cgil Fvg, si procederà a votare venerdì 24 su un’unica candidatura. Se i vertici Fiom e Cgil Fvg non saranno d’accordo su un nuovo mandato-Colautti, Sasha dovrà raccogliere il 30% dell’assemblea per presentare una candidatura alternativa: si andrà alle urne comunque venerdì 24. Durante i lavori assembleari Landini, che segue con attenzione il caso Trieste, non avrebbe ostato a un reimpegno di Colautti, nonostante il sindacalista triestino sia contrario all’impostazione dell’ultimo contratto nazionale dei metalmeccanici e abbia votato “no” al referendum sull’accordo. Ma avrebbe consigliato una segreteria unitaria, all’interno della quale inserire un componente dell’opposizione anti-Colautti. L’ipotesi non garba a Sasha, che sembra poco incline ad accogliere il suggerimento del leader. La minoranza contraria al segretario dimissionario si annida soprattutto in Ferriera, che rappresenta un fattore di tensione tra Colautti e la leadership cigiellina territoriale e regionale.
Colautti, in coerenza con il risultato referendario e per sollecitare chiarezza programmatica interna, si era dimesso dalla guida della Fiom triestina alla fine di dicembre, insieme agli altri tre componenti della segreteria. Colautti ha significativamente aperto la relazione, letta ieri, con un riferimento alla Redaelli «azienda che ha fatto della derogabilità contrattuale uno strumento di gestione quotidiana della produzione». E che non lo aveva fatto entrare in fabbrica per un’assemblea.
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