Sos alla Soprintendenza per il market a Panzano Coop: «Tutto in regola»

Il Comune ricorda il vincolo architettonico alla Marcelliana che non fu opzionato nel 1999 e ora chiede un parere legale
Di Tiziana Carpinelli

Primo punto, chiamare la Soprintendenza: fatto. Secondo punto, convocare le coop: fatto. Terzo punto, indire una ricognizione sulle zone commerciali ancora da edificare in città: fatto. Nella scaletta di Anna Cisint l’obiettivo finale è quello di scongiurare lo sbarco di Alleanza 3.0 nello slargo della Marcelliana, a Panzano. Che ci riesca è tutto da vedere: l’azienda ha acquisito un diritto soggettivo sull’area e ha presentato un progetto in linea con le prescrizioni del Piano regolatore. Non solo: ha già avviato il cantiere. E bloccarlo, nel caso in cui veramente il sindaco intendesse andare fino in fondo, potrebbe costare parecchi soldi all’ente locale, se poi uscisse fuori che ha torto. Ma Cisint - e alla conferenza stampa di ieri mattina lo ha detto chiaramente - non intende certo «intentare o andare incontro a cause temerarie». Di qui la richiesta di un parere a un avvocato donna, milanese, specializzata in materia.

Dal canto suo Alleanza 3.0 rileva che le coop ritornano in «un’area in cui era già presente con uno “spaccio storico”, in linea col proprio impegno per il territorio e nel pieno rispetto di leggi e regolamenti». Quanto all’iter seguito per l’acquisizione del terreno da Nova immobiliare, srl di Gradisca, «la cooperativa ha risposto a un’offerta di mercato, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti». «L’operazione - sostiene Alleanza 3.0 - è infatti perfettamente in linea con quanto definito dal Piano regolatore, che prevede nell’area l’insediamento di attività commerciali, all’ingrosso e al dettaglio, e di esercizi al dettaglio della grande distribuzione. Una destinazione d’uso determinata dal Comune già molti anni fa e mai interessata, in tutto questo tempo, da contestazioni, né sottoposta a conseguenti trasformazioni».

Ci sono taluni aspetti tuttavia che la prima cittadina intende valutare assieme alla Soprintendenza, con cui già oggi alle 9 avrebbe dovuto svolgersi un sopralluogo in loco, poi sfumato per sopravvenuti e inderogabili impegni. Perché secondo Cisint il “peccato capitale”, compiuto nel lontano 1999 (giunta Persi) dal Consiglio comunale, era stato quello di non accogliere le osservazioni - obbligatorie, ma non vincolanti - della Soprintendenza. La quale un anno prima aveva chiesto a proposito dell’area, allora di proprietà della Valdadige (poi passata a Nova immobiliare) e oggi sede di cantiere per la creazione delle nuove coop, un vincolo di inedificabilità, in modo da creare «adeguata cornice architettonica e ambientale per una corretta visione del complesso della chiesa della Marcelliana, vincolata ai sensi della legge 1089 del ’39; oltre a una corretta sistemazione degli spazi esterni e quelli retrostanti, con particolare attenzione a consentire una corretta visione del complesso tutelato». «Il Consiglio non accolse il parere, motivando che l’area non era soggetta a vincolo - rileva Cisint -. E anche le amministrazioni che si sono succedute, tutte della stessa bandiera, non hanno fatto nulla, in sede di adozione del progetto preliminare della rotatoria e di variante al Piano di commercio nel 2014, cui io e Nicoli invece ci opponemmo, per cambiare di una virgola la destinazione». A suo avviso così creando le basi per ciò che oggi l’ente deve affrontare. I problemi più grossi riguardano il rispetto del cono ottico per la Marcelliana, la viabilità in quel tratto convulsa e la conciliazione della pista ciclabile coi varchi di accesso e uscita al nuovo supermercato. Per ciò Cisint chiederà a coop di «non portare a termine il suo progetto in quell’area sensibile».

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