«Sulla relazione di Bresa le firme sono di Valerio»

«Le due firme dal punto di vista tecnico sono riconducibili alla mano dell’ispettore Alessandro Valerio». Lo hanno scritto i periti nominati dal Tribunale di Trieste nel processo che vede sul banco...

«Le due firme dal punto di vista tecnico sono riconducibili alla mano dell’ispettore Alessandro Valerio». Lo hanno scritto i periti nominati dal Tribunale di Trieste nel processo che vede sul banco degli imputati l’ex capo della mobile Mario Bo e l’ispettore che ha avuto un ruolo determinante e di primo piano nell’inchiesta che ha ingiustamente coinvolto il vice questore Carlo Lorito, ieri definitivamente scagionato in Cassazione. La perizia disposta dal presidente del Tribunale penale Filippo Gullotta smentisce clamorosamente quando i due imputati hanno sempre dichiarato: per Mario Bo e per Alessandro Valerio, ora accusati di falso ideologico in atto pubblico, le due firme sono state apposte sui documenti dall’ispettore Giacomo Bresa, stroncato nel 2008 da un infarto. Sua moglie le ha sempre disconosciute dicendo che “sono false” e per difendere la memoria del marito si è costituita parte civile nel processo con l’avvocato Guido Fabbretti.

Il caso non sarebbe esploso se quei documenti non fossero collegati in qualche modo all’inchiesta che a partire dal novembre 2007 ha coinvolto Carlo Lorito. I due documenti ora ritenuti apocrifi dai periti avrebbero potuto dimostrare che all’interno della Questura di Trieste agiva una “quinta colonna” che riferiva a Lorito.

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