Tagli a Cattinara, Forza Italia spara a zero

La chiusura della Prima chirurgica di Cattinara decisa dalla giunta regionale, in attuazione della riforma sanitaria, rinfocola le polemiche politiche del centrodestra. Dopo l’attacco frontale di Bruno Marini, seguito a ruota da Cgil e Cisl, è sempre Forza Italia a farsi sentire. Stavolta con Sandra Savino: «La legge è l’ennesimo smembramento dell’eccellenza triestina che ancora una volta è stata sacrificata per le “bandierine” da piantare della Serracchiani», rileva la parlamentare berlusconiana.
«Denunciamo questa metodologia da tempo - rimarca - abbiamo spiegato che la riforma a firma Telesca avrebbe portato al taglio di oltre 240 posti letto, in questo scenario il Pd ha fatto quadrato in difesa dei propri amministratori e ora i nodi vengono al pettine. La chiusura del reparto porterà inevitabilmente a dei disagi per i cittadini nonostante ci si affanni a dire di no». La coordinatrice forzista è convinta di trovarsi davanti a un paradosso: «Sono proprio i medici a criticare questa riforma, ovvero quelli che dovranno poi fare i conti con i cittadini che non troveranno più l’eccellenza di prima - insiste Savino - eppure Serracchiani può andare nei salotti nazionali a vantarsi, tanto lei mica lavora a contatto con la gente che sta male, quelli sono problemi di altri».
È anche il fronte del Consiglio comunale a mobilitarsi, con il capogruppo forzista Everest Bertoli e la consigliera del Pdl Manuela Declich: «La sanità regionale, e in particolare quella triestina, era ai primissimi posti non solo per l’andamento dei conti pubblici, ma soprattutto per i risultati di salute conseguiti - sottolineano - nonostante tutto ciò, la riforma regionale la penalizza, decidendo di tagliarne pezzi importanti. Tra pochi giorni sparirà l’unico reparto ospedaliero di Chirurgia a Trieste, ennesimo passo e purtroppo non definitivo che rischia di azzerare quanto di buono fatto nel corso di decenni. A questo punto - concludono Bertoli e Declich - ci si rende perfettamente conto che la politica regionale in questo campo, con il colpevole silenzio delle istituzioni triestine, a cominciare dal sindaco Roberto Cosolini, è penalizzante per la città, pericolosa, arrogante e pasticciona. Combattere i disservizi crescenti per i triestini, sviluppare le professioni sanitarie ed esercitare fino in fondo la funzione di autorità garante della salute dei cittadini è il compito del sindaco».(g.s.)
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