Tagli a Cattinara, Forza Italia spara a zero

Contestata la soppressione della Prima Chirurgica. «Ennesima penalizzazione della sanità triestina»
Lasorte Trieste 17/01/13 - Ospedale di Cattinara, Direzione, Conferenza Stampa
Lasorte Trieste 17/01/13 - Ospedale di Cattinara, Direzione, Conferenza Stampa

La chiusura della Prima chirurgica di Cattinara decisa dalla giunta regionale, in attuazione della riforma sanitaria, rinfocola le polemiche politiche del centrodestra. Dopo l’attacco frontale di Bruno Marini, seguito a ruota da Cgil e Cisl, è sempre Forza Italia a farsi sentire. Stavolta con Sandra Savino: «La legge è l’ennesimo smembramento dell’eccellenza triestina che ancora una volta è stata sacrificata per le “bandierine” da piantare della Serracchiani», rileva la parlamentare berlusconiana.

«Denunciamo questa metodologia da tempo - rimarca - abbiamo spiegato che la riforma a firma Telesca avrebbe portato al taglio di oltre 240 posti letto, in questo scenario il Pd ha fatto quadrato in difesa dei propri amministratori e ora i nodi vengono al pettine. La chiusura del reparto porterà inevitabilmente a dei disagi per i cittadini nonostante ci si affanni a dire di no». La coordinatrice forzista è convinta di trovarsi davanti a un paradosso: «Sono proprio i medici a criticare questa riforma, ovvero quelli che dovranno poi fare i conti con i cittadini che non troveranno più l’eccellenza di prima - insiste Savino - eppure Serracchiani può andare nei salotti nazionali a vantarsi, tanto lei mica lavora a contatto con la gente che sta male, quelli sono problemi di altri».

È anche il fronte del Consiglio comunale a mobilitarsi, con il capogruppo forzista Everest Bertoli e la consigliera del Pdl Manuela Declich: «La sanità regionale, e in particolare quella triestina, era ai primissimi posti non solo per l’andamento dei conti pubblici, ma soprattutto per i risultati di salute conseguiti - sottolineano - nonostante tutto ciò, la riforma regionale la penalizza, decidendo di tagliarne pezzi importanti. Tra pochi giorni sparirà l’unico reparto ospedaliero di Chirurgia a Trieste, ennesimo passo e purtroppo non definitivo che rischia di azzerare quanto di buono fatto nel corso di decenni. A questo punto - concludono Bertoli e Declich - ci si rende perfettamente conto che la politica regionale in questo campo, con il colpevole silenzio delle istituzioni triestine, a cominciare dal sindaco Roberto Cosolini, è penalizzante per la città, pericolosa, arrogante e pasticciona. Combattere i disservizi crescenti per i triestini, sviluppare le professioni sanitarie ed esercitare fino in fondo la funzione di autorità garante della salute dei cittadini è il compito del sindaco».(g.s.)

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