Tlt, sit-in semideserto I soci fondatori: finita una stagione

Poche decine di persone “anti-Giurastante” in piazza Borsa Contestato Parovel: «Nella nostra sede le sue redazioni»
Il sit-in in piazza della Borsa
Il sit-in in piazza della Borsa

Il tempo dei presìdi di Trieste Libera davanti al Tribunale di Trieste è finito. Ora vanno di moda i presìdi in piazza della Borsa davanti alla propria sede. Gli indipendentisti triestini allo specchio. Mtl2 contro Mtl1. Una quarantina di persone, ieri pomeriggio, a sostegno del presidente non riconosciuto Vito Potenza, fiancheggiate da Giorgio Marchesich (Fronte dell’indipendenza), Andrea Rodriguez (comitato dei garanti) e il neoiscritto libraio Paolo Deganutti (Libreria Einaudi, ex Lotta continua). In piazza diversi poliziotti, ma non in assetto antisomma.

Non c’erano grandi masse a fronteggiarsi nel primo primo sabato di giugno: poche persone nonostante il rinfresco con prosciutto offerto. Ma dove sono finite le centinaia di persone dei presìdi al Tribunale? Che fine hanno fatto le 8mila persone scese per strada il 15 settembre? Dove si sono rintanati i quasi 3mila iscritti certificati dal movimento spaccato in due? La crisi dell’indipendentismo triestino a tre anni dalla nascita c’è e si vede a occhio nudo. Il braccio di ferro tra i soci fondatori e la coppia Roberto Giurastante e Paolo G. Parovel, che ha generato due presidenti (Vito Potenza e Roberto Giurastante), due consigli direttivi e due assemblee straordinarie sta mettendo a dura prova la fede nel Territorio libero di Trieste.

Sul presidio semideserto di ieri pomeriggio è andata in scena un’altra tragicommedia tra le due fazioni. Con Parovel che ha inviato un «reclamo urgente di ordine pubblico» al questore di Trieste con la richiesta di vietare il presidio dei dissidenti “golpisti” con la motivazione di tutela dei diritti politici e della libertà di stampa visto che, scrive Parovel, «come noto, la sede del Movimento Trieste Libera si trova in piazza della Borsa 7, nel pieno centro cittadino, e vi si trovano anche le redazioni di Trieste Libera news, de La Voce di Trieste e del quotidiano in progetto Il Corriere di Trieste». Tre redazioni e un numero imprecisato di redattori. E non solo. Dal campanello risulta presente pure Greenaction Transnational, l’associazione ambientalista di Giurastante e Parovel. La Questura, ovviamente, non ha vietato la manifestazione. La Costituzione italiana garantisce la libertà di espressione anche a chi non riconosce la sua sovranità. Tuttavia l’ammissione del multidirettore ha gettato nello scompiglio i soci fondatori: «Paolo G. Parovel si è intrufolato nell'area riservata della sede di un Movimento politico indipendentista piazzandovi la redazione di tre suoi giornali senza esservi neppure iscritto (fino a un paio di mesi orsono) e senza nessuna preventiva discussione tra i componenti del direttivo».

Ma c’è ormai poco di cui essere allegri. Il pessimismo si sta facendo strada tra i soci fondatori, nonostante nuove iniziative, come la “Spesa in attesa” a favore degli indigenti. «Inutile rincorrere il vento: il primo movimentismo triestino del secondo millennio - scrivono su Facebook -, cosi come l'abbiamo conosciuto fino all'8 dicembre 2013 è finito. L'arroccamento di Roberto Giurastante e del suo funereo pater-consigliere Paolo G. Parovel su posizioni irrazionali ha provocato il deragliamento di quello che sembrava essere un convoglio lanciato ad alta velocità verso qualcosa di nuovo per Trieste. Non è una questione di assemblee e di cavilli giuridici, va solo ricordato a tutti che Giurastante e Parovel mirano freddamente a dissolvere tutto ciò che potrà essere dissolto, e soprattutto intendono affossare tutto ciò che si sono resi conto di non poter controllare. Ma non ci riusciranno». Finora, in realtà, ci stanno riuscendo benissimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo