Tornano i furti di pesche in un frutteto di Gradisca

GRADISCA. Nuovo, ennesimo furto di frutta in borgo Trevisan. Gli autori? Gli ospiti del Cara. La notizia riporta in auge il problema della per nulla facile convivenza fra la struttura per richiedenti asilo e il territorio della cittadina isontina. Due immigrati, ospiti della struttura di via Udine, sono stati colti in flagrante da Matteo Trevisan, giovane imprenditore agricolo della zona, mentre tentavano di svignarsela con alcune borse di pesche. Matteo, poco più di 20 anni, ama profondamente il proprio lavoro e abbina agli studi l'impegno nell'azienda di famiglia, Borgo Trevisan appunto, dedicata proprio al rione dove ha le sue radici. Non ne può più dei continui blitz nel suo frutteto, un ettaro di terreno che lambisce Cara e Cie. In questi 4 anni ha subito una ventina di furti. Questa volta ha sporto denuncia contro i due richiedenti asilo, che peraltro non sembrano essersi scomposti più di tanto. «Spiace perché dopo che ho chiamato i carabinieri hanno continuato a ridermi in faccia - dice Trevisan -. La merce non era peraltro ancora matura e ora è da buttare. In passato ho dovuto sacrificare chili e chili di albicocche e uva. È il frutto della mia fatica: con questo mestiere provo a campare e sono continuamente danneggiato».
Trevisan si è rivolto al nuovo sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, che si è immediatamente messa in contatto con la direzione del Cara per segnalare l'ennesimo episodio. «Sia il nuovo sindaco che quello precedente (Franco Tommasini ndr) hanno prestato attenzione alle mie segnalazioni, non altrettanto posso dire della direzione del Centro. In tanti anni nessuno si è mai fatto vivo. Francamente sono deluso – ammette amaramente – non ho niente contro queste persone ma è chiaro che il sistema così non funziona. Nessuno sembra voler spiegare loro le regole basilari della nostra educazione civica e della normale convivenza. Bisogna fare qualcosa, chiedo solo che il mio lavoro e i miei diritti siano tutelati». (l.m.)
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