Tornano le Seime in Bisiacaria, i giorni dei fuochi che illuminavano la via ai Re Magi

Tutte le località in cui si terrà il caratteristico falò di inizio anno

GORIZIA. Domani è il giorno della tradizione che chiude il lungo periodo delle festività natalizie. Quello delle Seime, gli antichi fuochi propiziatori che in serata verranno accesi in ogni parte della Bisiacaria. In base alla direzione dei fumi, proprio come facevano nel passato, sarà possibile trarre gli auspici per il futuro, attraverso l’ormai ben conosciuto detto “Vers levante, recolta bondante, se sufia burin, poc pan e poc vin”. Insomma una delle tradizioni che resistono, come quelle che sono state raccolte negli anni passati da Marina Dorsi in un agile e prezioso volumetto che riassume gli atti del congresso della Filologica Friulana.

Una tradizione che dura, una tradizione che piace alla gente e che vuol dirsi anche lasciarsi alle spalle una periodo di feste e di riflessione che ormai sta per finire. E la speranza di tutti, come detto, è che i fumi davvero abbiano ragione e che non tradiscano quelle che sono le aspettative della gente, il lavoro, la salute, la pace e la serenità innanzitutto. A Turriaco, invece, continua la tradizione del Seimo, l’unico che si declina al maschile e grazie all’organizzazione del circolo Don Eugenio Brandl. A spiegare l’origine di questa usanza è stato anche lo storico foglianino, Sergio Vittori. «Nel territorio bisiaco – scrive Vittori – abbiamo traccia di questa festività a Redipuglia dove, fino ai 1914, alla sera della vigilia del 24 giugno venivano accesi i Fuochi di San Giovanni. La seconda festività cadeva il sei gennaio ed anche nella vigilia di questa giornata si accendevano dei falò dedicati al dio Beleno. Con l’avvento del Cristianesimo, tale festività si trasformò in Natale di Cristo e più tardi, nel IV secolo d.C., papa San Giulio fissò il Natale di Cristo al giorno 25 dicembre, data che era dedicata dai romani al Natale del sole invitto, quando si festeggiava il sole rinascente, vincitore delle tenebre.

Il 6 gennaio venne istituita pertanto l’Epifania e i fuochi propiziatori, chiamati Seime, servivano dapprima a trarre gli auspici sull’annata agricola, come recita l’antica strofetta: “Vers al levante I recolta bondante; se sufia burin / poc pan e poc vin” e poi, ad illuminare idealmente il cammino dei Re Magi». Per rievocare questa antichissima usanza delle seime, gli abitanti di Sagrado, Redipuglia, Turriaco, Vermegliano, solo per citare alcuni paesi della Bisiacaria, nei giorni che precedono la sera del 5 gennaio si danno un gran daffare per procurare la legna e per costruire i falò epifanici e, come vuole la tradizione, sperando di intravedere poi tra il bagliore delle fiamme il volto del compagno e della compagna del cuore: il fuoco è infatti da sempre simbolo di vita. Ma veniamo ad alcuni dei singoli eventi. Quanto a Ronchi dei Legionari, alle 18 sul Carso sopra le pendici carsiche dell’abitato di Vermegliano sarà accesa per il 31.o anno consecutivo quella che viene considerata da tutti la Seima principale da cui trarre gli auspici per il futuro. Ci si accederà come ogni anno da piazza Santo Stfano, lungo salita Ugo Polonio. Non mancheranno chioschi enogastronomici, mentre l’alta catasta di legno sarà acesa dal sinaco. L’associazione ambientalista Rosmann proporrà, con ritrovo alle 17 al centro visite Pietrarossa, una passeggiata per andare a vedere la Seima.

A Redipuglia torna la Seima del Circolo San Giacomo accesa alle 18 tra musica e ottima cucina casalinga. E dalle 10 alle 13 nel parcheggio a fianco del negozio Carli degustazione del Zuf, pietanza della tradizione foglianina offerta dall’associazione nazionale alpini sezione di Fogliano. Anche a Gorizia è tutto pronto per le manifestazioni. Gli occhi saranno puntati tra domani e lunedì su Montesanto e Campagnuzza. Si parte domani alle 19 nell’area delle Casermette dove si accenderà il Pignarul 2020. E non mancherà l’interpretazione dei messaggi degli auspici per il nuovo anno appena iniziato forniti dal fumo, così come per grandi e piccoli ci sarà la festa di fronte al fuoco, con musica e i chioschi che offriranno jota e fagioli in tecia, pizze, vin brulè e succo di mele caldi, oltre agli immancabili panettoni e pandori.

Fra le altre manifestazioni, a Mossa lunedì all’agriturismo Zorzenon di rinnoverà la tradizione del Pignarul. Il rito è atteso anche nella Destra Isonzo: domani si accenderà il Pignarul di Ruttars a Dolegna del Collio, partendo alle 17 con il concerto di campane, la messa solenne e alle 19 dall’accensione del fuoco epifanico con tutti i brindisi di rito. Sempre domani, ma a Capriva del Friuli, sarà la volta di Befaniamci, l’evento curato dall’Advs di Capriva nell’area delle feste di via degli Alpini, con apertura alle 16.30 e i chioschi enogatronomici. Fuochi anche a San Lorenzo e a Cormons, dove l’appuntamento è per lunedì dalle 17. —

Riproduzione riservata © Il Piccolo