Tra matrimoni in castello e separazioni celeri con 16 euro
Sarà la crisi economica, o forse la carenza di fede e la progressiva perdita dei valori religiosi. O anche, semplicemente, un segno dei tempi e di una società sempre più multietnica e multiculturale. Sta di fatto che, numeri alla mano, il tradizionale matrimonio religioso continua a perdere terreno di fronte a quello con rito civile. Lo ha potuto constatare l'assessore comunale Alessandro Vascotto, che nei giorni scorsi ha stilato un bilancio dell'attività degli ufficio di Stato Civile, con particolare riferimento ai fatidici “sì”. Si conferma infatti il trend che vuole i matrimoni civili, quelli davanti al sindaco, all'assessore o al consigliere di turno, essere il triplo rispetto a quelli con rito religioso, di fronte al sacerdote in chiesa. Nel 2015 a Gorizia sono stati celebrati 68 matrimoni civili, di cui 8 per delega di altri Comuni, ovvero con gli sposi non residenti nel territorio comunale del capoluogo isontino ma comunque desiderosi di sposarsi in città.
Sempre negli scorsi 12 mesi, invece, i matrimoni con rito religioso sono stati 26. Numeri sostanzialmente uguali a quelli dell'anno precedente, il 2014, quando i matrimoni civili furono 69 (13 di coppie non residenti a Gorizia) e quelli in chiesa furono 25. Non c'è una sola spiegazione per questo fenomeno, anche se opportunità e portafogli probabilmente influiscono molto. Le coppie, specie quelle più giovani ma non solo loro, in questi tempi di crisi, tendono a preferire cerimonie più snelle, informali e meno impegnative dal punto di vista economico. Come quelle in Municipio, appunto. Inoltre sempre più spesso si celebrano matrimoni tra coniugi alle seconde nozze, che dunque approdano per forza di cose al rito civile.
«Tra le nozze celebrate in Municipio, la maggior parte si svolge nella bella Sala Bianca o, nella bella stagione, nella Gloriette del parco comunale – spiega l'assessore Vascotto -, ma c'è anche chi apprezza lo scenario unico del castello per il giorno del matrimonio». In effetti nel 2015 una coppia ha deciso di vivere il giorno più importante nella cornice del maniero, che è possibile affittare per le cerimonie al prezzo di 370 euro.
«Devo anche fare un plauso al personale comunale – aggiunge Vascotto -, perchè malgrado le continue modifiche regolamentari permettono di rendere un servizio puntuale ai cittadini».
In Comune, però, non si va solamente per coronare il sogno d'amore, ma anche per chiudere un'esperienza rivelatasi poco felice. Così gli uffici dello Stato Civile nel 2015 hanno lavorato parecchio anche per sancire separazioni e divorzi, anche grazie allo snellimento delle procedure legato alla riforma del cosiddetto “Divorzio Breve” datata 2014: in caso di separazione consensuale l'attesa è di soli sei mesi tra la separazione e il divorzio, e la procedura costa solo 16 euro. Ai coniugi intenzionati a interrompere la loro unione è sufficiente presentarsi in Comune due volte a distanza di un mese, per confermare la decisione.
Nel 2015 gli accordi di separazione sanciti dall'ufficiale di Stato Civile sono stati 15, di cui solo 1 non confermato, mentre i divorzi sono stati 33.
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