Transalpina, i turisti ci sono ma non sanno dove andare

«Questa piazza, questa città hanno un potenziale turistico spaventoso. Ma viene sfruttato a scartamento ridotto».
Ne è convinto Nicola Montemorra, co-fondatore dell’associazione culturale Zavod Area 57/15, il sodalizio che gestisce l’infopoint allestito nella storica stazione. Ne è convinto come ne sono convinti tanti goriziani. Quel piazzale doveva essere un formidabile richiamo “acchiappa-turisti”: laddove c’era una rete alta e oppressiva oggi c’è uno spazio aperto e un mosaico che sancisce un presente fatto di collaborazione e amicizia. Ma, niente. Sembra che la Transalpina sia stata dimenticata e non soltanto da Gorizia, pure da Nova Gorica. E basterebbe davvero poco per creare pacchetti turistici e esaltare un luogo in cui si è scritta la storia.
«Dal 7 giugno a oggi hanno bussato alle porte del nostro ufficio 3.400 persone. Non è un dato banale. Anzi, è un numero alto e addirittura superiore alle nostre aspettative - premette Montemorra -. Importante sottolineare che al momento non siamo segnalati in alcun circuito turistico, quindi questi visitatori hanno raggiunto l’infopoint in maniera del tutto casuale. Unico supporto “pubblicitario” a nostra disposizione è un cartellone mobile che posizioniamo all’esterno della stazione ferroviaria».
Peraltro, questa struttura è gestita da due persone (oltre a Montemorra c’è la slovena Kristina Markova) con il supporto del Kulturni dom di Nova Gorica e Gorizia ma, al momento, senza fondi pubblici e privati. «A dire la verità - aggiunge Montemorra - il Comune di Nova Gorica ha deciso di concederci 20mila euro per i prossimi due anni. Il Comune di Gorizia? Stiamo attendendo da mesi una risposta. In queste ultime settimane il flusso turistico si è rallentato a causa del freddo ma con l’arrivo della primavera ricominceranno le visite. E non pensiate che sono tutti diretti a Bled con il treno. Ci sono austriaci, turisti provenienti dai Paesi anglosassoni, dagli Stati Uniti, dalla Cina, dal Giappone che vengono proprio per vedere la piazza e per visitare il museo sul confine. Il problema è che non ci sono pacchetti turistici. Molte (troppe) volte ci accorgiamo che ignorano totalmente questa città, le sue bellezze, la sua ricchezza culturale. Credo che se sapessero, in partenza, che qui c’è un Castello, una rete di piste ciclabili sul Collio, zone turistiche come Grado, Cormòns e via discorrendo, le permanenze non sarebbero “mordi e fuggi”».
Insomma, c’è poco o nulla di “strutturato”. «E la cosa che ci caratterizza è avere un’altra città in un altro Stato che ormai è diventata un tutt’uno con noi. Eppure, non si riesce a concertare nulla. In campo turistico siamo all’anno zero. O quasi. E abbiamo rappresentato queste opportunità inespresse alla Regione». Ma tutto è fermo. L’infopoint, ricordiamolo, è solamente una parte di un progetto ben più articolato su piazza Transalpina che ha fra i punti fondamentali quello della creazione di un circuito culturale unitario tra le città di Gorizia, Nova Gorica, Šempeter Vrtojba e del territorio circostante. «Avevamo preventivato - conclude Montemorra - una spesa annuale di 30 mila euro (da dividersi tra le tre municipalità dell’area Gect) per la gestione di un portale internet e, naturalmente, il mantenimento del punto informativo in Transalpina ma tutto è rimasto sulla carta».
Per il resto, piazza Transalpina continua ad essere un luogo poco valorizzato. E poco curato. Come si può notare facilmente, sul versante italiano del piazzale è possibile parcheggiare tranquillamente, mentre su quello sloveno la presenza della doppia linea continua lungo il perimetro suggerirebbe un divieto che purtroppo non viene fatto rispettare da nessuno, né dalle forze dell’ordine, né dagli addetti al traffico del Comune di Nova Gorica che quotidianamente passano in questo luogo. Cosa è peggio? Il parcheggio autorizzato o il parcheggio abusivo?
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