Tratto in bici contromano Arriva la multa: 242 euro

Emanuele Pomante ha percorso pochi metri: «Infrazione banale, cifra esagerata» Abbate: la sanzione va accettata. Martini: non è possibile derogare alle norme
Silvano Trieste 15/03/2014 Restrizioni della circolazione
Silvano Trieste 15/03/2014 Restrizioni della circolazione

Cambia verso, ma non in bicicletta. Tolleranza zero per un ciclista di 31 anni che l’altra mattina, dopo aver percorso in sella pochi metri contromano, si è trovato davanti la polizia locale. Il foglietto che il vigile ha staccato dal blocco non era un biglietto di cortesia, ma una sanzione dell’importo di 242 euro.

È accaduto in via Carducci. Il giovane, originario di Pescara, si chiama Emanuele Pomante. È un ricercatore dell’Osservatorio astronomico, dove sta facendo il dottorato. Vive a Trieste da un paio d’anni e, stanco di spendere soldi per pagare multe per divieto di sosta (abita in via del Castagneto, una giungla per i parcheggi), da un po’ di tempo ha optato per le due ruote. Venerdì stava andando al lavoro. È uscito da via San Francesco e ha imboccato via Carducci a sinistra. Cioè nella direzione opposta rispetto al senso di marcia. Lo ha fatto, tuttavia, non in mezzo alla strada, bensì rasente al marciapiede. Giusto una decina di metri di tragitto per poi imboccare via Battisti. Ma una macchina della municipale era parcheggiata proprio lì, nei pressi della fermata dell’autobus, pare per sanzionare un’altra persona. Gli agenti lo hanno visto e quindi fermato. Ne è nata una discusione: «Ho fatto notare che quello che stavano facendo - racconta lui - era a mio avviso un “furto legalizzato” ai danni dei cittadini con la copertura del Comune. Ma sono stato intimidito con la minaccia di una denuncia e di essere portato in Tribunale davanti a un giudice solo per aver detto quello che penso». Il vigile non ha sentito ragioni e la multa al «velocipede blu», come si legge nel verbale, è scattata. Salatissima. «Sono un padre di famiglia con una moglie incinta, un lavoro precario che finirà tra pochi mesi», avrebbe provato a spiegare Pomante. Ma niente. L’agente, in calce alla sanzione, ha scritto che il trasgressore «si rifiuta di firmare e di rispondere». La vicenda si è chiusa lì, con molto amaro in bocca e al ricercatore non resta che pagare. «Prendo la bici per risparmiare - osserva Pomante in una mail indirizzata al giornale - per non avere multe e per favorire la situazione di traffico e smog di Trieste che è già drammatica. Credo che si dovrebbe incoraggiare la gente ad andare in bici, e non viceversa. Ma - fa notare - qui non esistono infrastrutture dedicate alle biciclette e piste ciclabili. Chiunque usa la bici rischia la vita ogni giorno. Vi sembra giusto - conclude - far pagare una tale cifra ad un cittadino per una così banale infrazione?».

Il comandante della Polizia municipale, Sergio Abbate, non si scompone: «Non conosco il caso - afferma - ma se è stata commessa un'infrazione la sanzione va accettata». L’assessore competente, il vice-sindaco Fabiana Martini, conferma. «Comprendo la difficoltà della situazione personale, però da amministratrice devo ribadire che non è possibile derogare alle norme, che esistono proprio a vantaggio della collettività. Lo dico da ciclista. Vedo spesso persone in bici che passano col rosso e vanno sul marciapiede. Le regole - ripete - vanno rispettate». La mobilità e il «patto di convivenza» tra pedoni, auto e biciclette «è un tema che svilupperemo a settembre».

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