Trieste, il vero ritratto di Marconi battuto all’asta alla Stadion

L’opera realizzata dal pittore Szoldatics potrebbe fare gola al Museo del Mare
L’affollata asta organizzata lo scorso dicembre alla Stadion
L’affollata asta organizzata lo scorso dicembre alla Stadion

TRIESTE «Giorgio Szoldatics aveva invitato l’illustre scienziato e inventore nel suo studio per fargli vedere, prima di consegnarlo, il ritratto. Il ritratto era al naturale, e l’artista lo aveva collocato in maniera che il Marconi entrando nello studio si trovasse precisamente di faccia il quadro. Entrato il Marconi nello studio e veduta di fronte la propria effigie, egli credette di trovarsi dinanzi ad un grande specchio; tanto che istintivamente alzò la mano per accomodarsi la cravatta. Ma rimase attonito, col braccio sospeso perché il braccio che credeva di vedere nello specchio, non si era mosso. Tanta fu la sorpresa che il Marconi indietreggiò di alcuni passi, cadendo tra le bracci a dell’artista che sorrideva». Così racconta il critico Béla Birò.

Trieste: asta record per l’arte slovena, invenduti Schiele e Casorati
L’affollata asta alla Stadion di Trieste di venerdì scorso (foto Lasorte)

L'unico ritratto dal vero di Guglielmo Marconi del pittore "dei Papi" Giorgio Szoldatics sarà battuto nella prima asta della Stadion del nuovo anno in programma il 12 e 13 febbraio (base d’asta 400 euro). Il ritratto è accompagnato anche dalla foto autografa di Guglielmo Marconi in cui ringrazia il pittore Szoldatics datata maggio 1935 (l’autentica su fotografia della è della nipote dell’artista).

L’opera potrebbe interessare anche il Museo del Mare di Campo Marzio dove in una teca è conservato il piccolo tasto con cui il 26 marzo 1930 , alle 11.03, dalla nave Elettra ancorata a Genova presso lo Yacht Club italiano, Marconi invia nell'etere gli impulsi che, dopo avere percorso 14.000 miglia, giungono in Australia per accendere le 3mila lampadine del Municipio di Sydney. Il tasto che da dato il via alla trasmissione senza fili all’origine di radio, televisione e internet. Del mondo “wireless” attuale.

Dopo il folle entusiasmo per i pittori sloveni a dicembre (75% di venduto), la Stadion torna con un asta meno impegnativa, ma non meno interessante. Tra le opere in vendita - quasi 500 lotti -, non mancheranno opere di rilievo e collezioni importanti. Verranno battuti arredi di design anni '50/'60 firmati, opere grafiche e pittoriche contemporanee, argenti e una collezione di gioielli.

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“Il grande albero” (1907) di Egon Schiele

Tra le opere pittoriche si segnala un grande pannello (260x225 cm) raffigurante la città di Genova del triestino Renzo Kollman ("Grande veduta fantastica di Genova", 2 mila euro la base d’asta). Quest’opera era situata all’ingresso della sede centrale del Lloyd Adriatico di Genova.

E c’è anche un’assoluta rarità.In asta c’è un' opera eccezionale di Umberto Schiavon intitolata "Maternità" (79x67 centimetri, 4.500 euro la base d’asta). Maestro quest'ultimo, che poche tracce ha lasciato e che, un articolo de “Il Piccolo” del 26 marzo 1992 (“Dal nulla, Schiavon”) a firma Roberto Curci, presentava così: «Artista di gran successo ma su cui sorprendentemente sarebbe calato il sudario dell'oblio. Umberto Schiavon: ecco un altro Carneade della pittura triestina del Novecento».

Di lui si hanno davvero poche notizie. Personaggio e pittore di impronta secessionista con un gusto decorativo finissimo, ha prodotto opere e bozzetti per manifesti visionari, tipici richiami alle opere di Klimt e von Stuck. «Lavora a olio e tempera con una minuzia manuale da antico miniatore e, al tempo stesso, con un’incisiva tagliente visionarietà “simbolista” che, al di là dei rimandi a Stuck e Klimt - scrive Curci - lo apparenta assai da vicino alla coeva produzione di un altro geniale pittore-grafico triestino: Argio Orell».

Artista che produce e incanta ma che improvvisamente sparisce dalla scena pittorica senza un apparente motivo. E con lui nell'ombra finiscono anche le sue opere. Con questa “Maternità” (“Mamma con bambino tra i fiori” il titolo ufficiale) la Stadion ritrova Schiavon e il suo talento dimenticato.

Per quanto riguarda l'arredo spiccano 4 poltrone firmate Willy Rizzo, 2 appliques di Angelo Lelli, una scrivania e una consolle Studio Tecno anni '70 e una serie di poltrone thonet firmate Osvaldo Borsani. Le opere in asta si possono ammirare in esposizione nella sede di Riva Tommaso Gulli 10/a fino a mercoledì 10 febbraio (10-13 e 15.30-19.30). L’asta invece si terrà il 12 febbraio alle 10 e alle 15 e il 13 febbraio alle 10.

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