Turni coperti dalla staffetta in soccorso da Gorizia
Recentemente un radiologo dell’ospedale di Gorizia è dovuto intervenire al San Polo per coprire i turni di lavoro e assicurare lo svolgimento dell’attività negli standard richiesti. Questo nell’arco di 8-9 giorni. Diversamente, se cioè non ci fosse stato questo aiuto, chissà quanti esami si sarebbero cumulati. E basta una settimana di ferie o malattia (sì, perché anche ai medici può capitare di ammalarsi, come tutti i comuni mortali) perché il servizio ne risenta. E a dare un’idea dei ritmi o del carico di lavoro, il fatto che «vi sono medici che a oggi hanno un mese di ferie arretrate da smaltire», come dichiara il dottor Paolo Cassetti, dirigente della Radiologia. A fronte di questa complessa situazione, in cui anziché operare otto medici ne risultano attivi cinque, appare inevitabile «la chiusura delle stanze». Ovvero dei servizi diagnostici in talune giornate (le urgenze, con pazienti dirottati dal Pronto soccorso, vengono sempre garantite). Tutti gli esami, per esempio della Tac, vengono vagliati da un radiologo. E chiaramente «quando ci si trova per esempio in presenza di pazienti neoplastici, con bisogni specifici, i referti vengono svolti in tempi brevi: chi non può permettersi di aspettare, non aspetta». Per gli altri, vi possono essere due settimane di attesa: l’esame che doveva essere svolto in una determinata data viene così posticipato, fino a 14 giorni. L’auspicio è che a breve l’Azienda sanitaria risolva la situazione di organico carente, così ripristinando tutti i servizi nelle medesime tempistiche presenti fino a tre anni fa, quando per esempio un esame mammografico poteva essere espletato ogni giorno e non solo al martedì e al giovedì. (t.c.)
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