Uffici-incubo alla Minerva dove il tempo si è fermato

RONCHI DEI LEGIONARI. È come se il tempo si fosse fermato nel polo aeronatico di Ronchi dei Legionari. Resistono solamente in pochi - le solide e commercialmente vivaci realtà di Elifriulia e Finmeccanica - ma il resto, nel corso degli anni, si è dissolto. Almeno tre compagnie aree hanno alzato bandiera bianca: Aligiulia, fallita nel 1986, Air Dolomiti, prima emigrata a Verona e poi passata al 100% nelle mani di Lufhansa e Minerva Airlines, partner di Alitalia, che ha chiuso i battenti dodici anni orsono. Lo stato di abbandono in cui versano uffici e hangar è evidente, anche se, rispetto alle ultime notizie, sembra che l’acquirente, una ditta di Fagagna, si sia manifestato. Ma non c’è conferma.
A rimetterci, rispetto a una situazione che tenne per mesi con il fiato sospeso sino al 2004, ci sono quasi 200 dipendenti rimasti a casa. I quali, ancora oggi, sembrano dibattersi con una vicenda giudiziaria che non ha fine. Si attendono le prossime mosse, ma per il momento si può solo ricordare quello che è stato un baluardo del trasporto aereo italiano. Già, solo un ricordo.
Tutto si è dissolto come il patrimonio fatto di postazioni di lavoro, scrivanie, officine e via discorrendo. Uno spettacolo indecente testimoniato dalle immagini degli uffici abbandonati, ancora con i computer sulle scrivanie, i raccoglitori negli armadi in spazi pieni di muffa e sporcizia.
Fondata nel 1993 dal gruppo calabrese Mancuso e dal 1996 partner di Alitalia, Minerva Airlines aveva sospeso ogni attività nell’ottobre del 2003, mentre a febbraio 2004 erano stati concessi i benefici della “Prodi bis”. Sembrava si potesse arrivare a un rilancio del vettore, sembrava fosse possibile arrivare ad un nuovo accordo con Alitalia, ma alla fine i commissari straordinari hanno dovuto purtroppo gettare la spugna e avanzare l’istanza di fallimento. E così il 25 ottobre del 2003 tutti gli aerei fecero rotta su Ronchi dei Legionari e Minerva Airlines prese la drastica decisione di sospendere tutta la sua attività: 12 rotte sul territorio nazionale con ben 300 collegamenti settimanali. E allora Riccardo Di Tommaso, già “patron” del Gruppo Bernardi, si disse pronto e deciso a mettere le ali. Ma non se ne fece nulla.
Un destino amato per i dipendenti che ancora sono alle prese con una questione dai tanti lati oscuri. Molti hanno lasciato Ronchi dei Legionari. C’è chi aveva cambiato settore di attività e chi, invece, aveva trovato posto in altre compagnie aeree nazionali. La maggior parte di loro si era trasferita a Catania, sede di Wind Jet, poi chiusa anch’essa, ma 7 tecnici erano stati assunti da Air Dolomiti e 2 da Elifrulia. Ogni ipotesi, allora, sfumò amaramente, quella del gruppo Bernardi prima, quella presentata dai commissari poi, ipotesi che prevedeva il passaggio da Alitalia di quattro ATR42 in wet lease e di altrettanti cinque turboelica in locazione, nonchè alla messa a disposizione di un manager al quale affidare la conduzione tecnico-operativa della compagnia regionale. Un epilogo amaro come lo è stato, prima, con Aligiulia e successivamente con Air Dolomiti, nata proprio a Ronchi dei Legionari dove rimangono, invenduti anch’essi, uffici e hangar, ancor più recenti, ancor più grandi di quelli che aveva a disposizione Minerva Airlines. Ora ridotti a una “discarica”.
@luca_perrino
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