Ultima chance di Janša per evitare la cella

TRIESTE. Sono ore decisive per il futuro politico ma anche umano dell’ex premier della Slovenia Janez Janša condannato in via definitiva a due anni di reclusione per aver accettato un'offerta di corruzione per facilitare all'azienda finlandese Patria l'affare con 135 blindati da vendere allo stato sloveno. L'ex premier di centrodestra dovrà presentarsi il 20 giugno al carcere di Dob per scontare la pena inflittagli dalla corte d'appello. La notifica di carcerazione è stata ufficialmente notificata, seppur con qualche ritardo, all’interessato che ne ha dato pubblica notizia con un tweet. «Indiciamo le elezioni, imprigioniamo il leader dell’opposizione, vinciamo onestamente, ci inchiniamo agli zii dietro le quinte (comunisti mai “pentiti” ndr.) e quindi prepariamo la festa», così l’amaro sfogo del leader dei democratici (Sds) sempre via Twitter. Janša che nell’ultima apparizione sulla tv pubblica ha affermato che non chiederà aiuto a nessuno ma che utilizzerà tutti gli strumenti giuridici «per far cadere la sentenza, e la sentenza cadrà!».
Chiaro il riferimento al ricorso alla Corte costituzionale presentata nei giorni scorsi e di cui ieri l’Alta corte ha iniziato l’esame (la sentenza è attesa per oggi ndr.). Dai giudici non trapela niente, ma qualche “gola profonda” già parla di sentenza a favore di Janša, nel qual caso la sentenza della Corte d’appello di Lubiana verrebbe annullata e il processo sarebbe da rifare. Ovviamente Janša il prossimo 20 giugno non dovrebbe presentarsi al carcere di Dob.
Fuori dalle aule giudiziarie, invece, c’è un gran fermento politico in vista proprio del voto anticipato del prossimo 13 luglio. La sorpresa più grande si chiama Miro Cerar che appena fondato il suo partito è scattato in testa negli sondaggi effettuati per il quotidiano lubianese Delo con il 16,9%, seguito dalla Sds (13,1%) e dai socialdemocratici (6,5%). Il Partito dei pensionati (Desus) racimola il 4,9%, l’Alleanza Bratušek il 4,5%, Nuova Slovenia il 3,7%, Slovenia positiva l’1,7%, i popolari l’1,4% e la Lista nazionale lo 0,5%. Ma quel che sorprende di più e in positivo, è che, a differenza dei sondaggi dei mesi precedenti, scende e di molto la percentuale di coloro i quali dichiarano che non si recheranno alle urne che oggi si assesta al 17,1% mentre in passati aveva toccato anche punte del 32%. Cerar fa “bingo” perché è anche il politico più amato dagli sloveni precedendo nell’ordine il presidente della Repubblica, Borut Pahor e il commissario europeo uscente, Janez Poto›nik.
La possibile alleanza elettorale del centrosinistra avrebbe dunque il 32,8% contro il 18,2% di quello che è il centrodestra “storico” (Sds-Nsi-Sls) e, a rigor di logica, Miro Cerar dovrebbe diventare il prossimo premier. Luglio è vicino, ma anche lontano. Molto dipenderà da cosa deciderà la Corte costituzionale nei confronti di Janša che sarà o un eroe della persecuzione giudiziaria in libertà, o un eroe in galera. Ma pur sempre eroe, almeno per le destre.
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