Un anno per le violenze a moglie e suoceri
Ventitreenne condannato con rito abbreviato. Minacce e maltrattamenti: era stato anche arrestato

Foto Bruni 23.09.13 Laura Barresi-Tribunale di Trieste
Un anno di reclusione per lo stalker a 360 gradi, quello che ha picchiato e maltrattato non solo la moglie ma anche i suoceri, una coppia di quarantenni triestini. Si chiama Flamur Berisha, 23 anni, kosovaro. Li ha puniti picchiandoli di santa ragione perché si opponevano alla sua relazione con la figlia. Relazione dalla quale l’altra estate era nato anche un bambino. E forse pure per questo motivo il padre della moglie ha ritirato la querela sporta nei confronti del genero persecutore, minaccioso e soprattutto violento.
A pronunciare la sentenza al termine del processo celebrato con rito abbreviato è stato il giudice Laura Barresi che ha ridotto a poco più della metà le richieste del pm Pietro Montrone. Nella sua requisitoria il rappresentante dell’accusa aveva chiesto per Berisha una condanna a un anno e 8 mesi. È stato difeso dall’avvocato Andrea Cavazzini.
La lista degli episodi è lunghissima. Si potrebbe dire infinita. Lo stesso giudice nelle motivazioni della sentenza depositata sottolinea la gravità della condotta persecutoria ai danni della famiglia d’origine della moglie. Una volta aveva sferrato a suo suocero un pugno talmente forte che gli aveva provocato uno svenimento e la frattura della mandibola.
Insomma, in poco tempo il giovane aveva messo in atto una vera e propria escalation di violenze e minacce nei confronti del padre e della madre della ragazza, e pure di quest’ultima, mediante svariati atti di prevaricazione e violente percosse che avevano loro procurato traumi di varia natura, con prognosi certificate anche di un mese.
E ciò appunto per “reazione” al dissenso che i suoceri gli avevano manifestato a proposito della prosecuzione del rapporto tra lui e la loro figlia, preoccupati per la piega sempre più inquietante che dopo la nascita del bimbo stava prendendo la travagliata relazione tra i due, proprio per il comportamento decisamente non esemplare, ipergeloso, tenuto progressivamente dal giovane. Per questo motivo, Flamur Berisha era anche stato arrestato. Poi, come accennato, era stato perdonato dalle stesse vittime che avevano scritto al giudice. Il quale, infatti, aveva accolto l’istanza del difensore Cavazzini ma aveva prudenzialmente imposto a Berisha il divieto di avvicinamento alle sue ex vittime. Il giovane mesi fa era stato condannato in primo grado per violenza sessuale ai danni di una donna da cui aveva avuto un altro figlio e a ottobre 2014 era stato raggiunto da un divieto di dimora a Trieste del questore. Divieto disatteso.
«È ritenuta provata - scrive il giudice Barresi - la responsabilità di Berisha per gli atti persecutori realizzati sia mediante le minacce e le aggressioni, sia presentandosi sotto casa della ragazza in orari non consoni alla visita di un bimbo piccolo, così dimostrando di non tenere in alcuna considerazione le altrui esigenze».
(c.b.)
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