Un “bonus” per l’evento mondano del Dhome

Un evento mondano, a lungo atteso dopo numerosi rinvii per permessi e autorizzazioni che tardavano a venire. C’era mezza Trieste mercoledì sera alla festa del Dhome, il locale aperto in Cittavecchia e che arriva fin davanti alla Questura. Una serata a invito, impreziosita dalla presenza del dj Paolo Barbato. Sono volati decine di tappi di bottiglie di Prosecco. Musica sparata a tutto volume nel piazzalino antistante il Dhome dove si sono accalcati gli invitati. Baldoria fino a tarda ora ma, essendo la festa per l’inaugurazione, anche se qualche residente ha storto il naso (ma tutta la zona è piena di locali che tengono aperto oltre a mezzanotte), c’è stato un certo grado di tolleranza. Del resto questura e la sede dei vigili urbani sono a due passi, non occorre nemmeno chiamarli.
Esiste un comitato agguerrito ed esasperato in Cittavecchia che da anni, con risultati alterni, cerca di combattere gli ultrà della movida, ma d’estate quando tutti se ne stanno fuori a bere e a fumare l’impresa diventa ardua. Bisogna rassegnarsi. Domani, se come pare arriveranno anche le ultime carte, il Dhome verrà battezzato dal pubblico per la prima vera serata all’interno del disco-bar. Poi terrà aperto dal martedì al sabato dalle 19 alle 2 e negli intendimenti della proprietà dovrebbe diventare presto un punto di riferimento della movida triestina.
Nel corso degli ultimi mesi sono state fatte numerose prove acustiche e numerosi sono stati anche i ritocchi rispetto al progetto originale per migliorare il Dhome e per renderlo meno rumoroso. Vigili del fuoco e Azienda sanitaria hanno effettuato più di un controllo perciò che sia tutto a norma.
Giova ricordare che l’immobile all’interno del quale è stato realizzato l’intervento è di proprietà del Fondo Mascagni che fa capo al Gruppo Generali. L’investimento per trasformare quelli che ormai erano ridotti a magazzini in un locale moderno e decisamente di nuova concezione per Trieste, è privato. A capo del nuovo locale c’è infatti la Euromax, una società capeggiata da Fulvio Venturi, patron di Giornalfoto.
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