Un museo per narrare la storia dello scalo
RONCHI DEI LEGIONARI. Riprende vigore l'idea di realizzare, all'aeroporto regionale di Ronchi dei Legionari, uno spazio espositivo legato alla storia non solo dello scalo cittadino, ma anche dell'industria, delle tradizioni e dei personaggi che hanno reso grande questo settore nell'isontino. Ed è stato proprio questo il senso dell'incontro che, nei giorni scorsi, ha visto protagonisti il presidente della società di gestione, Antonio Marano e Franco Iurlaro, cultore dei trasporti e membro del dipartimento di scienze economiche e statistiche dell'Università degli Studi di Udine.
L'idea è quella di di valorizzare il sito aeroportuale della nostra regione con la collocazione di un museo permanente che possa essere attrattivo sia per quanti utilizzano l'aeroporto stesso, sia dall'esterno per cittadini e il mondo della scuola. «In tempi recenti – ha spiegato Iurlaro - sia l'università, sia associazioni culturali regionali senza finalità di lucro, come InBus club ed il museo ferroviario di Trieste, hanno inteso approfondire la possibilità di un museo diffuso con più poli sul territorio regionale, che sappia collegare in maniera articolata ed omogenea l'approccio alla storia delle comunicazioni e dei trasporti. Sono già disponibili raccolte documentali, fotografiche, cimeli e veicoli, mentre dal mondo industriale potrebbero pervenire ulteriori ed utili contributi».
Esempi di musei del volo e non solo, collegati ad aeroporti, sono presenti in Europa: il più vicino e conosciuto a noi è il parco e museo del volo “Volandia”, vicino a Malpensa. Marano, dal canto suo, si è detto disponibile a proseguire nella discussione, ricordando come siano già arrivate altre proposte che, elemento indispensabile, andrebbero coordinate in modo da arrivare a unico obiettivo. Una grande opportunità per l’aeroporto cittadino che sarebbe il primo in Italia, accanto a quello di Trento che ha però dimensioni ben più piccole di quello ronchese, di avere quest’importante fonte di richiamo per la gente e non solo per i passeggeri. Negli anni passati a farsi avanti era stata anche l'associazione “Quarto Stormo” di Gorizia, mentre c'era stata la disponibilità a collaborare anche da parte di Luciana Bortolotti Lauri, vedova di Furio Lauri, fondatore della Meteor. (lu.pe.)
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