Un nuovo sportello anti-violenza per le donne

Morsolin appoggia il progetto del Centro di Ronchi, che quest’anno ha accolto 179 vittime

Uomini che controllano le donne. E quando lo perdono, il controllo, le loro donne si trovano massacrate di botte. È la fotografia sconcertante, ma quotidiana, consegnata dal Centro antiviolenza nato 18 anni fa nella città dei cantieri e poi “adottato” da Ronchi. Che per l’anno appena archiviato ancora una volta annota dati drammatici, purtroppo non in flessione: 179 persone assistite, 129 delle quali volti nuovi, mai transitati prima per quella bella e solida realtà ch’è “Da donna a DONNA”. Un report fatto anche di storie agghiaccianti, come quello delle donne, 11 in tutto nel 2015, ospitate in struttura a indirizzo segreto perché sostanzialmente a rischio vita. Non fossero rimaste nascoste al marito-padrone forse oggi non sarebbero qui a raccontarlo.

Una violenza trasversale, quella “rosa”, che non conosce estrazione sociale, cultura, nazionalità: 36, il 20%, le donne straniere rivoltesi al centro, la metà dell’est Europa. Adulte di età media non giovanissima (40 anni) perché molto spesso lo scatto di reni per uscire da una vita fatta di percosse e vessazioni, sembra incredibile anche solo dirlo, arriva solo dopo anni. E talvolta perché a finire per prenderle sono anche i figli. Oppure perché la prole comincia ad assumere gli stessi atteggiamenti rabbiosi del padre, così perpetuando la spirale dell’aggressività maschile.

Di positivo, in questo quadro, c’è che nonostante lo smantellamento imminente della Provincia, finora competente per materia, non resterà un ruolo vacante negli enti pubblici preposti: il Comune capofila, vale a dire il nostro, stipulerà convenzioni specifiche col centro presieduto da Ermelina Calivà e ha in serbo anche nuove iniziative, se la Regione sosterrà economicamente le proposte, come da finanziamento (progetto da 50mila euro) richiesto dall’assessorato alle Politiche sociali, retto da Cristiana Morsolin.

«L’obiettivo è di realizzare, all’interno della MicroArea, uno sportello antiviolenza - spiega -, che funga da primo punto di contatto per agganciare anche quelle situazioni che difficilmente approdano al centro». Calivà ha inoltre sottolineato l’importanza, e il progetto dovrebbe lavorare anche in tal senso, di «creare un’équipe strutturata tra soggetti diversi che possano riunirsi di frequente e confrontarsi sul tema, diventando una realtà istituzionale». Altro passo avanti, la definizione di protocolli d’intesa con diverse figure.

«Dietro le denuce - conclude Calivà - c’è un sommerso enorme: quanto viene a galla è solo la punta dell’iceberg. Lo dicono anche i dati Istat: la violenza, le molestie, riguardano una donna su tre». Le donne maltrattate possono rivolgersi al numero 0481 474700 oppure alla sede di piazza Furlan 2 a Ronchi. (ti.ca.)

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