Una rivoluzione nella cura delle leucemie

TRIESTE Si chiamano Car (chimeric antigen receptor) e promettono di rivoluzionare la terapia delle leucemie e forse anche di altri tipi di tumori. Sono dei recettori modificati che, una volta inseriti nei linfociti dei pazienti, hanno la capacità di indirizzare questi verso le cellule tumorali, che vengono così attaccate e distrutte. Il momento è frenetico: 92 sperimentazioni cliniche con i Car sono in corso, di cui 48 negli Stati Uniti, 19 in Cina e 8 in Europa; un'altra manciata si è appena conclusa mostrando risultati strabilianti: più del 90% dei pazienti con leucemie resistenti a qualsiasi altra terapia sono completamente guariti.
L'idea dei Car è concettualmente semplice ma tecnicamente complicata. A proteggerci dai virus pensano i nostri linfociti T, che uccidono le cellule infettate perché queste espongono, sulla propria superficie, le proteine codificate dai virus stessi. Il riconoscimento di questi antigeni estranei è mediato da un complesso di proteine del linfocita, il T-cell receptor (Tcr).
Nel nostro sangue, circolano centinaia di milioni di linfociti T, ognuno con un Tcr diverso e quindi indirizzato contro un diverso potenziale bersaglio. Un Car non è nient'altro che uno di questi recettori, disegnato in laboratorio per riconoscere una proteina specifica, quella che contraddistingue le cellule del tumore che si vuole distruggere. Questi recettori sintetici sono il frutto della più sofisticata ingegneria genetica: la parte che riconosce il bersaglio proviene da un anticorpo, quella che stimola l'attivazione del linfocita da un Tcr naturale; il trasferimento delle sequenze di Dna che codificano per il Car all'interno delle cellule è mediata da un virus modificato, derivato da Hiv.
Nelle sperimentazioni cliniche, dal sangue del paziente si ottengono i linfociti e in questi viene inserito il Car, che quindi li re-indirizza a riconoscere le cellule tumorali. Una volta restituiti al paziente, questi linfociti fanno il proprio lavoro straordinariamente bene, tanto che in alcuni casi la distruzione rapida del tumore ha causato complicazioni cliniche non da poco, per il subitaneo rilascio di sostanze tossiche dalle cellule tumorali in disfacimento. Come sempre di fronte alle notizie che sembrano straordinarie bisogna essere cauti: i dati finora disponibili provengono da sperimentazioni su piccoli numeri di pazienti e il tempo trascorso è troppo limitato. E, ancora, l'efficacia straordinaria è per ora limitata a leucemie e linfomi delle cellule B (quelle che producono gli anticorpi), mentre la terapia di altri tumori, inclusi quelli di colon, mammella e polmone sembra più complicata. Ma il momento è comunque storico e l'eccitazione è alle stelle.
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