Una squadra di UniTs ai Giochi “giuridici” sul diritto commerciale

Giovani aspiranti avvocati crescono, non solo a suon di esami accademici ma respirando contesti internazionali in chiave di competizione. Chiedere a Andrej Zerial, Bianca Almacolle, Margherita Buccilli, Marco Buffon, Donatella Casaburo e Marta Mesaglio, gli studenti del Corso in Giurisprudenza dell'Ateneo di Trieste che formano la squadra selezionata in vista della "Willem C. Vis International Commercial Arbitration Moot", una simulazione processuale arbitrale in materia di diritto commerciale, appuntamento annuale ritenuto la più prestigiosa competizione giuridica su scala mondiale, un vero agone giovanile che dal 1994 conta lo scalo finale a Vienna e in grado di richiamare oltre 350 rappresentanze delle università più prestigiose, da Cambridge ad Harvard, passando per Mosca, Ottawa e la Cina.
Una gara quindi, anzi, un format che sulla ribalta televisiva verrebbe identificato come "Reality" ma che qui assume altre valenze e soprattutto maggiori prospettive. Si, perché partecipare alla "Willem Vis International" costituisce non solo un momento di confronto e una mera gratificazione al proprio percorso accademico ma spesso è in grado di schiudere porte professionali o almeno percorsi di tirocinio che colorano al meglio il curriculum. Come dire, al di la del piazzamento finale, la passerella al cospetto di alcuni dei migliori giuristi sovente incide per il futuro di chi sogna una vita in toga. Temi per altro già cari ai sei studenti triestini, giunti in lizza dopo una accurata selezione operata dalla cattedra di Diritto Privato Comparato curata da Marco Bussani, basata su parametri rigorosi come l'iscrizione almeno al terzo anno di Giurisprudenza, l'ottima conoscenza della lingua inglese (scritto e parlato) e una media-voto che non sia inferiore al 27/30, senza contare altri "bonus" collaterali, come meriti accademici e possibili esperienze formative all'estero, vedi Erasmus e dintorni.
Articolata anche l'intera struttura del progetto. Una volta ammessa, la squadra provvede al piano di promozione e possibilmente al reperimento di sponsor e fondi, altro tema fondamentale alla luce delle trasferte e della stessa d'iscrizione (700 euro) tassa che a Trieste è comunque affrontata dall'Ateneo. Verso autunno si scende in campo e le squadre vengono a conoscenza del "caso" di arbitrato internazionale su cui lavorare, formulando le prime tesi scritte, in inglese sia chiaro, in chiave sia difensivistica che d'accusa, tecnicamente "attore e convenuto". Dopo gli atti, arrivano le pre-simulazioni, ovvero dei veri e propri allenamenti in giro per l'Italia e all'estero, in sedi da poter concordare, dove poter vivere veri scontri ma senza l'ufficialità di un verdetto. In aprile si fa sul serio. Si approda a Vienna e qui il gioco si fa duro, giostrando oralmente a norme, contratti e codici, anche qui in inglese, soppesando chiarezza, prontezza e incisività. Gli avversari da battere? Entrare tra le prime 64 sarebbe già un traguardo ( mai successo alle italiane) Mosca ha già vinto due volte ma le sedi di America e Cina sono in agguato. A proposito di Cina. Lui si chiama Andrej Zerial, 24 anni, quinto anno di studi e un carriera universitaria eccellente. E' lui il portavoce della squadra triestina, uno che che ha accantonato il basket e parte del tempo libero per disegnare una tesi d'avanguardia, incentrata proprio sul "Diritto Cinese in Proprietà Intellettuali", percorso che lo porterà a studiare anche la lingua madre sul campo: «Il progetto comporta tanto lavoro e dedizione - sostiene - ma a nome dell'intera squadra penso di poter affermare che bisogna metterci passione, determinazione e organizzazione. Noi ci crediamo, il resto verrà da solo». —
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