Università popolare, Finanza in municipio a Gorizia

GORIZIA La Corte dei conti apre un fascicolo sul contratto d’affitto stipulato dal Comune con l’Università Popolare. Ieri in municipio si sono presentati alcuni agenti del nucleo di polizia tributaria. All’Ufficio patrimonio sono stati acquisiti alcuni documenti che saranno passati al controllo dei magistrati contabili. Ma dal sindaco e dagli uffici comunali emerge assoluta tranquillità: «Abbiamo agito nella massima trasparenza e correttezza».
I rapporti tra Comune di Gorizia e Università popolare (che nel frattempo ha cessato la sua attività nel capoluogo isontino) sono stati al centro di un’interrogazione presentata dai consiglieri comunali Stefano Abrami dell’Italia dei valori e Emanuele Traini della Federazione della Sinistra. Sull’argomento è stato presentato anche un esposto alla Corte dei conti che in tempi molto rapidi ha aperto un fascicolo.
L’accertamento si focalizza sull’eventuale danno erariale subito dal Comune per aver stipulato un contratto d’affitto della sala al piano terra del cosiddetto Municipio-2 di via Garibaldi. Nell’interrogazione di Abrami e Traini si chiede all’amministrazione se il canone fissato (delibera del quattro settembre 2014) “costituisca una misura congrua ovvero, qualora costituisca un’agevolazione, sulla base di quali criteri sia stata adottata”.
Dal Comune fanno sapere che il canone mensile di 350 euro “era più che congruo, anzi. La stima è stata fatta da un professionista esterno a sua volta soggetto a ulteriore perizia tecnica. Abbiamo seguito correttamente l’iter previsto per una simile fattispecie: atto di indirizzo deliberato in giunta, pubblicazione all’albo pretorio della richiesta di eventuali manifestazioni di interesse per l’affitto della sala, stima canone di locazione e firma del contratto d’affitto”.
Secondo quanto affermano gli uffici comunali «l’Università popolare ha saldato tutte le mensilità dell’affitto mentre ha chiesto e ottenuto la rateizzazione entro il termine del 15 settembre dell’importo forfettario annuo di 2080 euro a titolo di rimborso di oneri accessori».
Tale precisazione contrasta con uno dei punti indicati da Traini e Abrami nella loro interrogazione. Sostengono infatti i due consiglieri comunali che “il sindaco ha dichiarato alla stampa che sono stati integralmente assolti i pagamenti dell’associazione”.
La visita del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale della Guardia di finanza - a sentire gli uffici comunali - non ha creato alcun imbarazzo né problema. «Abbiamo fornito quanto ci è stato richiesto ottenendo un plauso per l’ordine e la completezza dei documenti. Abbiamo agito in modo cristallino e siamo sicuri che anche la Corte dei conti ci darà atto della nostro modo di operare».
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